Fulco Pratesi è morto all’età di 90. Fondatore di WWF Italia fu architetto, giornalista, autore, disegnatore e, soprattutto, strenuo difensore dell’ambiente. Negli ultimi anni fecero molto discutere alcune sue dichiarazioni sulle azioni che intraprendeva ogni giorno per non sprecare acqua. La più controversa, se così possiamo dire, era relativa al fatto di non fare mai la doccia. Prima in un’intervista al Corriere della Sera, nel giugno del 2022, poi in un intervento al programma televisivo Carta Bianca, Pratesi illustrò le sue pratiche igieniche. “La doccia è un sistema di igiene personale che io non condivido“, disse. Aggiungendo come fosse un bene prezioso da tutelare in maniera ossessiva. “Io la mattina mi lavo pochissimo, apro il rubinetto freddo, mi sciacquo gli occhi, la fronte e basta“.
Raccontò a Elvira Serra del Corriere della Sera:
“Di doccia ne abbiamo una piccola, che usa lei (sua moglie, ndr). Sono affari suoi, non voglio rivelare i suoi segreti. Ma vale la regola che l’acqua non si spreca, bisogna consumarne poca. Lo sanno anche la filippina che ci aiuta in casa e sua figlia sedicenne, che vive con noi pure lei. Nel consumo di acqua a noi italiani ci battono solo il Messico e i Paesi del Golfo Persico. E invece con questa siccità spaventosa che non accennerà a diminuire almeno fino a metà agosto dovremmo tutti essere più responsabili e capire quanto è preziosa l’acqua che usiamo tutti i giorni“.
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Ambientalista convinto, aveva un criterio per la biancheria intima, che cambiava ogni 2-3 giorni, e anche per lo sciacquone:
“Solo per una pipì non si usa, nemmeno con il bottone più piccolo. Dopo due o tre volte va bene. Ma anche quando premo il bottone piccolo penso a quanto servirebbe quell’acqua ai bambini del Burkina Faso o alle donne del Centro Africa che la vanno a prendere nei pozzi e la riportano indietro sulla testa“.
Pratesi divenne un attivista ecologista nel 1963 quando, durante una battuta di caccia in Turchia, si trovò faccia a faccia con un’orsa e i suoi tre cuccioli. In quel momento capì di dover cambiare vita. Vendette il fucile e acquistò una macchina fotografica. Si impegnò allora per creare una sezione italiana del World Wildlife Fund nato da poco in Svizzera. Nel 1966 creò il il WWF Italia. La difesa dell’ambiente si esplicò anche in Parlamento con i Verdi, dal ’95 al ’97.