Bruna, nata nel 1982, originaria di Fortaleza, in Brasile, ma residente a Milano dal 1994 è la donna transessuale che è stata manganellata dalla polizia a Milano, nella zona del Parco Trotter, la mattina del 24 marzo 2023. Il video di tre poliziotti che picchiano Bruna, con manganellate, calci e le spruzzano spray al peperoncino mentre lei è seduta a terra, ha fatto il giro del web, sollevando indignazione. Bruna ha raccontato la sua versione dei fatti, smentendo che fosse nuda o che stesse minacciando dei bambini, ma ha spiegato che stava litigando con dei sudamericani ed è stata fermata dagli agenti per questo motivo. Bruna non è il vero nome della donna, della quale sono state diffuse solo le iniziali, M., ma il nome con il quale è conosciuta nel suo quartiere.
La versione dei fatti raccontata da Bruna è in un’intervista concessa a Repubblica. Ha raccontato che stava litigando con un gruppo di peruviani ubriachi che la stavano insultando e che si è arrabbiata perché gli agenti hanno fermato lei e non gli altri sudamericani. Ha ammesso che la sera prima aveva fumato uno spinello e bevuto un po’, ma ha negato categoricamente di essere stata violenta nei confronti degli agenti o di aver minacciato di infettarli con l’HIV: “L’unica cosa che ho fatto è stato mordermi la mano dal nervoso. Io quando mi arrabbio, mi arrabbio, ma non sono violenta. Mi hanno messo in auto. Io ho iniziato a lamentarmi e loro mi dicevano “zitta, zitta, stai buona”. Allora ho dato testate contro il plexiglas (il plexiglas divisorio che nell’auto della polizia divide i sedili anteriori da quelli posteriori) E quello che era il capo ha detto di fermare la macchina “Adesso gli diamo delle botte”. Ha cercato di prendermi per i capelli per farmi scendere ma io l’ho spinto via e sono scappata. Ho provato a nascondermi in un’aiuola ma mi hanno trovata”
Quando l’hanno trovata, è successo quello che si vede nel video diffuso ieri: “Ero seduta, avevo le braccia alzate e dicevo di non picchiarmi. Invece ho preso colpi in testa, al fianco. Mi hanno trattato come un cane”. Successivamente è stata lasciata in macchina, ammanettata, per venti minuti, fuori dall’ufficio dei vigili e trattenuta per sei ore nelle celle di Via Custodi prima di essere stata rilasciata. Bruna spiega che forse farà denuncia, ma ovviamente adesso ha paura.