Giovanni Angelo Becciu è un cardinale italiano la cui carriera ecclesiastica è stata caratterizzata da un clamoroso scandalo finanziario che ha avuto ripercussioni significative all’interno del Vaticano. Nato a Pattada, Sardegna, il 2 giugno del 1948, Becciu ha intrapreso una lunga carriera diplomatica al servizio della Santa Sede, diventando cardinale nel 2018. Due anni dopo è stato coinvolto in uno scandalo finanziario riguardante investimenti immobiliari e trasferimenti di fondi sospetti.
Ordinato sacerdote nel 1972, Becciu ha iniziato la sua carriera diplomatica nel 1984, prestando servizio in diverse rappresentanze pontificie, tra cui Repubblica Centroafricana, Sudan, Nuova Zelanda, Liberia, Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti. È stato nunzio apostolico in Angola, São Tomé e Príncipe e Cuba. Nel 2011, è stato nominato Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, ruolo che ha ricoperto fino al 2018, quando è stato nominato Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi e creato cardinale da Papa Francesco.
Poi, la discesa. Nel 2020, Becciu è stato coinvolto in un’indagine riguardante l’acquisto di un immobile a Londra per conto della Segreteria di Stato, operazione che ha sollevato sospetti di irregolarità finanziarie. Le indagini hanno rivelato anche trasferimenti di fondi a società collegate a membri della sua famiglia. Nel 2023, il Tribunale Vaticano lo ha condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione per peculato e truffa aggravata, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Nelle ore difficili successive alla morte di Papa Francesco, il suo nome ha riecheggiato spesso nelle stanze vaticane. Becciu, infatti, sosteneva con forza l’idea di avere ancora il diritto di partecipare al Conclave, al via il prossimo 7 maggio per l’elezione del nuovo Pontefice, in assenza di una revoca formale dei suoi diritti cardinalizi. Tuttavia, ed è notizia di qualche minuto fa, poco prima dell’inizio della sesta Congregazione dei cardinali, Becciu ha deciso di rinunciare alla partecipazione, affermando di voler evitare divisioni all’interno della Chiesa.
“Avendo a cuore il bene della Chiesa, che ho servito e continuerò a servire con fedeltà e amore, nonché per contribuire alla comunione e alla serenità del Conclave, ho deciso di obbedire come ho sempre fatto alla volontà di Papa Francesco di non entrare in Conclave pur rimanendo convinto della mia innocenza“.
A spingerlo al passo indietro sarebbero state due lettere dattiloscritte, siglate da Papa Francesco con la F che lo avrebbero escluso dall’ingresso in Sistina. Una del 2023 e l’altra dello scorso mese di marzo, durante l’ultima difficile convalescenza di Bergoglio. Secondo quanto diffuso dal quotidiano Domani, i documenti gli sarebbero stati mostrati dal cardinale Pietro Parolin, già segretario di Stato.
