Sadhguru è nato il 3 settembre 1957 a Mysore in India, ed è un mistico indiano che sta facendo proseliti in tutto il mondo, dai suoi canali social, dove ha raggiunto gli 11 milioni di followers, compresi molti vip come Will Smith e Matthew McConaughey. È fondatore della Isha Foundation, Aveva una moglie, Vijaykumari, morta nel 1997, che gli ha dato una figlia. Il suo vero nome è Jagadish Vasudev, ma ha scelto di chiamarsi Sadhguru, che impropriamente è stato tradotto come “guru ignorante”, ma la traduzione letterale sarebbe”guru non istruito” e indica la spontaneità del suo approccio spirituale. Ma andiamo con ordine.
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Jagadish Vasudev nasce a Mysore, nel Sud-Est dell’india, in una famiglia numerosa, che ha poco a che spartire con la meditazione. Suo padre infatti era un oftalmologo e di certo non ha rappresentato un modello (professionale), per il figlio. Vasudev ha iniziato tutto da solo il suo percorso di autoconsapevolezza, compiuto a partire dal concetto di ignoranza, da cui ha tratto il suo soprannome. Perché, come lui stesso ha rivelato nel 2009, non ha mai capito perché gli altri facessero a gara a sapere tutto. L’illuminazione arriva nel 1982 durante un viaggio in moto.
In questa occasione Vasudev si sente pervaso da una strana sensazione di pienezza. Come se si fosse fuso con la realtà circostante. Uno stato trance e beatitudine durato circa quattro ore che lo ha portato a ridisegnare l’intera vita. Da quel momento, Sadhguru dedica la sua esistenza alla divulgazione di temi legati alla spiritualità e alla salvaguardia dell’ambiente. Argomenti di cui parla spesso e volentieri dai suoi canali e in eventi sparsi per il mondo, sempre molto affollati.
Come dimostra il sold out all’Allianz Arena di Milano, dove in 4.000, lo scorso primo ottobre, sono andati a sentirlo. Le popstar Rkomi, Ghali, Irama e Alessandra Amoroso, inoltre, hanno avuto modo di incontrarlo faccia a faccia in un evento riservato a una ristretta cerchia di persone dal titolo “La creatività e la meditazione”.
Sadhguru non si risparmia, insomma. Lo scorso anno a bordo della sua moto ha viaggiato per cento giorni per incontrare politici, celebrità e influencer vari e sensibilizzarli sull’ecologia. Nel 2022 ha fondato il movimento #SaveSoil (Salva il suolo), per combattere la desertificazione. Anche se gli ambientalisti li avevano accusato di aver costruito il suo ashram in una foresta protetta, vicino al monte Velliangiri, nel sud dell’India. Non sono queste le uniche critiche che lo hanno colpito e lo colpiscono ancora.
In molti lo accusano di fare soldi con la Isha Foundation, società da lui creata nel 1992, da cui dipende un vero e proprio impero commerciale da 30 milioni di dollari che non sarebbe in linea con i dettami di un maestro di spiritualità. Non è un caso che Tulasi Srinivas, docente di antropologia e religioni all’Emerson College, lo abbia additato come “un guru neoliberale per tempi neoliberali“. Come a dire, un guru con tante zone d’ombra, perfetto per questi tempi incerti.
Sarà forse anche per questo che la sua notorietà è cresciuta esponenzialmente in questi anni, sospinta anche dalla pubblicazione di molti libri, tra cui il best-seller, La gioia è alla portata di tutti. La via dello yoga. Non si è mai espresso politicamente, anche se da più parti si sostiene che sia vicino all’attuale primo ministro indiano Narendra Modi, ultra conservatore.
Ha una figlia, avuta dalla moglie Vijikumar, scomparsa nel 1997. La morte della donna è stata al centro di una polemica, visto che Sadhguru l’aveva definita come un Mahasamadhi. Ossia come una specie di ultima meditazione in cui la persona abbandona volontariamente il suo corpo per riunirsi al divino. Le dichiarazioni suscitarono perplessità e favorirono l’apertura di un’indagine, poi archiviata.