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Home » Attualità » Chi era Boris Spassky, il campione di scacchi che giocò la partita del secolo contro Bobby Fischer

Chi era Boris Spassky, il campione di scacchi che giocò la partita del secolo contro Bobby Fischer

Boris Spassky non è stato solo un grande campione, ma anche un simbolo di sportività e ingegno strategico.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino27 Febbraio 2025Aggiornato:27 Febbraio 2025
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Boris Spassky
Boris Spassky (fonte: TASS)
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Boris Spassky è stato uno dei più grandi campioni di scacchi della storia, noto per il suo talento straordinario e per aver affrontato il leggendario match del secolo contro Bobby Fischer nel 1972. La sua carriera è stata caratterizzata da successi e da un gioco elegante e versatile. Nato il 30 gennaio 1937 a Leningrado, sotto il segno dell’Aquario, Spassky mostrò un talento precoce per gli scacchi, raggiungendo il titolo di Maestro Internazionale a soli 16 anni e quello di Grande Maestro a 18. Nel 1955 vinse il Campionato del Mondo Juniores, confermando le sue straordinarie capacità strategiche e tattiche. Oggi, la notizia della sua morte. Aveva 88 anni.

Dopo vari tentativi, nel 1969 Spassky divenne Campione del Mondo sconfiggendo Tigran Petrosian. Il suo stile di gioco flessibile e creativo lo rese un avversario temibile, capace di adattarsi a qualsiasi posizione sulla scacchiera. Tuttavia, il suo regno durò solo tre anni, fino all’iconico scontro con Bobby Fischer nel 1972, raccontato nel film La grande partita.

La partita del secolo
La partita del secolo (fonte: Chess.com)

La sfida tra Spassky e Fischer per il titolo mondiale, tenutasi a Reykjavík, divenne uno degli eventi più seguiti della Guerra Fredda, trasformando il duello in un confronto simbolico tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti. Fischer, con il suo stile rivoluzionario e la preparazione meticolosa, riuscì a strappare il titolo a Spassky con un punteggio di 12,5 a 8,5. Nonostante la sconfitta, Spassky mantenne una grande sportività, guadagnandosi il rispetto degli appassionati di scacchi di tutto il mondo. Fischer, invece, iniziò un lento declino segnato dal manifestarsi di una malattia psichiatrica sempre più limitante.

Spassky eccelleva tanto nel gioco posizionale quanto nelle combinazioni tattiche, rendendolo un avversario imprevedibile. Tra le sue mosse più celebri si ricordano:

  • L’attacco austriaco nella Difesa Siciliana: utilizzato con grande efficacia, caratterizzato da una forte pressione sull’ala di re.
  • L’impiego della Variante del Re nel Gambetto di Re: una scelta audace che dimostrava il suo spirito combattivo e creativo.
  • Partite con il sistema di spinta del pedone di donna: una strategia che gli consentiva di ottenere vantaggi posizionali duraturi.

Dopo la perdita del titolo, Spassky continuò a competere ai massimi livelli, ma senza riuscire a riconquistare la corona mondiale. Negli anni successivi si trasferì in Francia e mantenne un profilo più basso nel mondo degli scacchi. Nonostante il declino agonistico, il suo contributo al gioco rimane fondamentale, e il suo stile ha influenzato generazioni di scacchisti.

 

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