Gianni Sala, nato a Palermo nel 1989, era un ragazzo che viveva a Germinaga, in provincia di Varese, ma frequentava la stazione di Luino e il boschetto della droga di Rogoredo. Il ragazzo è morto a Milano, la notte tra il 19 e il 20 agosto 2023, mentre cercava di fare irruzione nella sede di Sky che si trova a Via Russolo, dopo essere stato fermato da due vigilantes, uno dei quali lo ha bloccato a terra, tenendolo fermo col ginocchio sulla schiena. Viene descritto come una brava persona, da tempo tossicodipendente, nonostante diversi tentativi di disintossicazione. Il suo avvocato ha accennato a problemi familiari alla base della vulnerabilità del ragazzo. Sua madre infatti vive nell’hinterland milanese, ma si è rifatta una vita dopo la fine del primo matrimonio. Sala aveva chiuso una relazione, ma sarebbe voluto tornare con la sua ex ragazza.
In seguito alla morte di Gianni Sala è stata aperta un’inchiesta in cui risultano indagati per omicidio colposo i due vigilantes di 64 e 46 anni. Uno dei due, come mostrato dalle telecamere di sicurezza, avrebbe bloccato a terra Sala, ma dai video non è possibile stabilire quanta forza sia stata applicata Le indagini sono condotte dalla Squadra Mobile di Milano di Marco Calì e coordinate dal pm di Milano Alessandro Gobbis. L’autopsia però, ha stabilito che Sala è morto per arresto cardiaco, escludendo fratture e morte per asfissia.
Come scrive il Corriere, l’autopsia effettuata sul corpo di Sala non ha evidenziato fratture al livello del torace, ma solo dei lividi tra il viso e il collo dovuti con ogni probabilità a una caduta precedente al fermo. Al momento l’esame smentisce ogni possibilità di morte per asfissia. Ulteriori risposte in merito alle condizioni del deceduto verranno evinte attraverso gli esami tossicologici, per stabilire se l’uomo fosse effettivamente sotto l’effetto di sostanze. Ma i primi test condotti in sede di autopsia, alla presenza di un tossicologo, hanno evidenziato tracce di droga nel sangue.
Come scrive Repubblica però, la famiglia di Giovanni è di tutt’altro avviso, così come il loro avvocato, Giuseppe Geraci, secondo il quale i due grumi di sangue sarebbero “compatibili con l’attività pressoria”. Geraci spiega, “Sta passando il messaggio che Sala si sia come suicidato ma i due vigilanti hanno un profilo da sceriffi, questi signori praticano arti marziali pericolose, sono due esaltati. Uno dei due ha un altro profilo in cui si definisce “un prepotente”. E ha cancellato un commento scritto prima della morte di Giovanni che mi ha colpito. A un utente che gli dà dello sceriffo commentando una sua foto lui risponde: “Magari, gli sceriffi non hanno le mani legate come noi. Qui appena cerchi di fermare un balordo i giudici ti fanno nero, anzi rosso”». Commento poi sparito dal profilo”
Geraci ha anche raccontato a Repubblica che Giovanni Sala era un bravissimo ragazzo, “un buono”, con una vita segnata da problemi di tossicodipendenza e familiari. La madre si era rifatta una vita dopo la fine del primo matrimonio e voleva che lui andasse a vivere in pianta stabile da lei.