Lucio Villari è stato uno dei più importanti storici italiani, noto per i suoi studi sul Risorgimento, il fascismo e le dinamiche politiche e culturali del XX secolo. Nato a Bagnara Calabra, in provincia di Reggio Calabria, il 26 agosto del 1933, Villari si laureò in Storia Moderna all’Università di Napoli Federico II, per poi intraprendere una lunga carriera accademica.
Villari è stato professore di Storia Contemporanea presso diverse università italiane, tra cui l’Università di Roma Tre, contribuendo alla formazione di generazioni di studenti e studiosi. I suoi lavori si caratterizzano per un’analisi approfondita dei processi sociali e politici, con particolare attenzione alla storia delle idee e alla costruzione dell’identità nazionale italiana.
La sua produzione accademica comprende saggi fondamentali come “Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento” e “La rivoluzione francese. Le parole e i simboli”, nei quali ha offerto una lettura innovativa degli eventi storici, soffermandosi sull’influenza delle correnti ideologiche e culturali. Inoltre, ha scritto ampiamente sul rapporto tra intellettuali e potere nel Novecento.
Oltre alla carriera accademica, Villari ha collaborato con importanti testate giornalistiche e ha partecipato attivamente al dibattito pubblico. Ha scritto articoli per “la Repubblica”, “L’Espresso” e “Il Sole 24 Ore”, distinguendosi per il suo rigore analitico e la capacità di rendere accessibili temi complessi a un vasto pubblico.
Dal punto di vista delle sue convinzioni politiche, Villari è stato vicino alla sinistra democratica e progressista italiana. Ha spesso evidenziato il ruolo della cultura e della memoria storica nella costruzione di una società civile consapevole e partecipe. Era convinto che la storia non fosse soltanto una disciplina accademica, ma uno strumento essenziale per comprendere il presente e orientare le scelte politiche future. Nelle elezioni europee del 1999 è stato candidato come parlamentare europeo della circoscrizione “Italia centrale” nella lista I Democratici promossa da Romano Prodi. Suo fratello, Rosario, scomparso nel 2017, è stato un altro eminente storico.

Sul piano personale, Villari era noto per la sua grande passione per la letteratura e l’arte. La sua sensibilità culturale si rifletteva anche nella sua scrittura, sempre attenta alla dimensione umana degli eventi storici.
Da intellettuale poliedrico è stato anche attore al cinema nell’acre commedia di Ettore Scola, La terrazza, del 1980, dove interpretava il ruolo del “padrone di casa”.
Nel 2011 è stato insignito con la carica di Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana
A rendere nota la scomparsa dello storico, avvenuta ieri, è stata questa mattina la famiglia. Villari era rientrato a Roma dopo alcuni impegni di lavoro. Venerdì era caduto battendo la testa e la situazione era apparsa subito molto grave.
A lui, il nipote Francesco ha dedicato un toccante pensiero su Facebook:
“Zio Lucio non c’è più. L’ultima colonna portante della nostra famiglia ci ha lasciati a poche settimane dalla scomparsa dell’amata sorella, la nostra meravigliosa Mirella. È giusto che ora si celebri Lucio Villari, uno dei più grandi intellettuali del dopoguerra, ma per noi è la perdita di un affetto insostituibile, un altro colpo durissimo al cuore e ci stringiamo nell’abbraccio con Fausta, Alberto e Anna, nel momento più straziante. Ci resteranno l’onore di averlo avuto vicino e l’onere di essere all’altezza del suo ricordo e della sua grandezza.
Buon viaggio zio Lucio“.
Villari era sposato con Fausta Cataldi e aveva due figli, Albero e Anna.