Michele Bilancia era il fratello maggiore del serial killer genovese Donato Bilancia e si tolse la vita il 19 marzo del 1987, gettandosi sotto a un treno in corsa, con in braccio il figlio di quattro anni Davide, per paura di perderne l’affidamento. Un evento tragico che segnò in modo indelebile la psiche già tormentata di Donato. I due avevano un anno e mezzo di differenza ed erano legati da un rapporto molto problematico. Come del resto quello che univa Donato ai suoi genitori, Rocco e Anna.
All’epoca Michele Bilancia aveva 37 anni e nel giorno del suicidio, aveva appena partecipato all’udienza di separazione dalla moglie, che aveva chiesto l’affidamento esclusivo del figlio. Una prospettiva che lo terrorizzava. Erano esattamente le 14.39 del giorno in cui tradizionalmente si celebra la festa del papà.
L’espresso Ventimiglia-Genova era più o meno in orario, a pochi chilometri dal capolinea di Genova Principe. Secondo le testimonianze dei macchinisti, Michele Bilancia si trovava in una piazzola di cemento a fianco dei binari. Pur allertato dal fischio del convoglio, Bilancia non reagiva.
Nonostante avessero cominciato a frenare, lo spazio di azione per i guidatori era davvero poco. A quel punto Bilancia, con il treno vicinissimo, si lanciò contro la motrice, con il bambino tra le braccia. Non ci fu nulla da fare per loro.
Donato Bilancia, come detto, rimase traumatizzato dall’evento. Anni dopo, nel 1998, uccise la babysitter Maria Angela Rubino, proprio a bordo del treno che faceva la tratta Ventimiglia-Genova. In totale uccise 17 persone, tra il 1997 e il 1998. Morì a Padova nel 2020 per le conseguenze del Covid, dopo aver scontato una lunga detenzione in carcere. Oggi Bilancia è considerato uno dei più famosi serial killer italiani, come il Mostro di Firenze o il Mostro di Bolzano. Tra le tante curiosità sulla vita del pluriomicida, ricordiamo che Donato Bilancia è stato il vicino di casa di Beppe Grillo e il comico ne ha parlato più di una volta.