Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa a Roma il 22 giugno 1983 e mai più ritrovata, ha quattro fratelli che in modi diversi hanno avuto parte attiva nelle indagini sul caso: la maggiore, Natalina, nata nel 1957, poi Pietro, Federica e Maria Cristina, nata nel 1970. I loro genitori sono Ercole Orlando, messo pontificio scomparso nel 2004, e Maria Pezzano. Tra i fratelli Orlandi, Pietro è quello più noto al pubblico, anche per le sue numerose apparizioni in trasmissioni come Chi l’ha visto. Ecco chi sono i fratelli di Emanuela e cosa fanno oggi.
Natalina Orlandi è nata nel 1957, lavora alla Camera e di lei si è parlato molto nel 2023, in merito alle presunte molestie sessuali ricevute dallo zio Mario Meneguzzi nel 1978, di cui si parla negli atti della prima inchiesta. Natalina Orlandi ha ridimensionato la notizia spiegando che si trattò di avances verbali “un po’ infantili”, che durarono qualche giorno e poi finirono. “Mio zio aveva 50 anni e io 21, non ero una bambina anche se ingenua. All’epoca mi sentii a disagio, oggi mi ci farei una risata sopra. Non so che cosa gli era scattato, fu uno scivolone. Era sposato, aveva già i figli”. Per Natalina e PIetro Orlandi, la divulgazione di questo dettaglio è un tentativo, da parte del Vaticano, di accusare loro, per scagionarsi da accuse scomode. “Nel 2017 venni contattata dal sostituto della segreteria di Stato, monsignor Becciu. Disse che mio fratello insisteva per accedere ai loro archivi e alluse al fatto che anche questo episodio sarebbe venuto fuori. Mi sembrò un ricatto”
Ma perché si parla di Mario Meneguzzi in merito al caso di Emanuela Orlandi? Meneguzzi era il cognato di Ercole Orlandi, padre della ragazza, e fu il “portavoce” della famiglia Orlandi, colui che rispondeva sempre al telefono ed ebbe contatti con i presunti rapitori e altri personaggi. Un incarico che gli fu affidato dai genitori di Emanuela. L’uomo era direttore della caffetteria di Montecitorio e aveva rapporti con i servizi segreti. Inizialmente fu anche oggetto di indagini, come ha spiegato un detective a Il Corriere nel 2023: “Su Mario Meneguzzi ci attivammo fin dalle primissime ore. Ci colpì quel suo attivismo eccessivo, i modi di fare di chi sembrava sicuro di essere più importante di un semplice zio di Emanuela Orlandi. Poi però capimmo anche il perché si comportasse così. Con la sparizione della nipote non ha nulla che fare”
DI quel 22 giugno 1983, Natalina Orlandi ricorda: “Mia mamma aveva preparato la pizza, disse di scendere a cercare Emanuela perché si stava facendo tardi…”
Pietro Orlandi è nato a Città del Vaticano, è autore del libro Mia sorella Emanuela ed è sposato con Patrizia Marinucci, che gli ha dato sei figli, tra cui tre femmine, Salomé, Elettra e Rebecca e tre maschi. Le tre figlie di Orlandi sono tre musiciste e fanno parte del gruppo musicale The Coraline. Tra i fratelli di Emanuela Orlandi, Pietro è il più conosciuto ed esposto a livello mediatico, e dalla scomparsa della ragazza porta avanti una battaglia incessante per sapere la verità su cosa le sia successo.
Pietro è stato l’ultimo a vedere Emanuela, prima della scomparsa. La ragazza infatti chiese al fratello di accompagnarla alle lezioni di musica (sia perché andava di fretta, sia per il caldo) ma lui rifiutò perché aveva altri impegni e lei, contrariata, andò via sbattendo la porta. Nel 2010 Pietro ebbe un colloquio con Ali Agca, l’attentatore di Papa Woytila, il quale le assicurò che Emanuela era viva e viveva in un convento in Francia o in Svizzera e fece il nome del cardinale Giovanni Battista Re, come persona informata sui fatti. In un successivo colloquio di Orlandi con Re, il cardinale smentì le dichiarazioni di Agca. Tra le altre cose, in merito all’audio con la presunta voce di Emanuela Orlandi, nelle cassette ricevute dall’ANSA pochi giorni dopo la sparizione, Pietro si dice convinto che quella sia la voce di sua sorella.
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Dei fratelli di Emanuela, Federica Orlandi è l’ultima persona ad aver parlato con la ragazza, al telefono, quando lei chiamò per chiedere alla madre il permesso di accettare un lavoro per la Avon. Emanuela raccontò a Federica che una persona le aveva promesso un compenso di 300mila lire e che il sabato successivo l’avrebbe aspettata fuori dalla scuola di musica per sapere se avrebbe accettato. La sorella provò a spiegarle che era impossibile che le avrebbero dato un compenso così alto e la telefonata finì lì.
Federica ha raccontato anche che qualche tempo prima lei stessa fu avvicinata da un personaggio di nome Felix, che le aveva proposto di fare la comparsa nel film Gli ultimi giorni di Pompei, per centomila lire al giorno. “Non accettai e lui mi disse che avrebbe richiamato a casa, ma non lo fece”. Questo Felix Wellner era lo stesso personaggio che girava per Roma promettendo lavoro e guadagni ai ragazzi, per poi coinvolgerli in attività truffaldine. Qualche anno prima ad esempio, il giovane Alfredo Musella aveva accettato un lavoro di volantinaggio da parte di Wellner, ma dopo essere stato adescato e drogato con degli aperitivi, si ritrovò coinvolto in un’orgia e le sue foto, mentre era impegnato in rapporti omo e etero, finirono su riviste hard. Il giovane, non riuscendo a sopportare la vergogna, si tolse la vita.
Maria Cristina Orlandi infine è quella che aveva appuntamento con sua sorella Emanuela, il giorno della scomparsa. Più precisamente, Emanuela avrebbe dovuto incontrare Cristina, insieme ad un gruppo di amici, a Castel Sant’Angelo, per poi far ritorno a casa, in Vaticano, insieme alla sorella. La ragazza però, non si è mai presentata all’appuntamento.