Chico Forti è un ex velista e produttore tv italiano che si trova in carcere a Miami dal 1999 perché è accusato di aver ucciso un imprenditore, Anthony Dale Pike, che voleva impedire la vendita dell’hotel di famiglia a Ibiza, facendo saltare la trattativa tra Forti e suo padre. Forti venne ritenuto colpevole da un Tribunale della Florida ma ora, come ha annunciato Giorgia Meloni, l’uomo farà ritorno in Italia.
In realtà il caso di Forti è molto complesso e poco chiaro. L’uomo infatti è stato accusato di aver ucciso con due colpi d’arma da fuoco alla testa Dale Pike, figlio di Anthony Pike, con cui Forti era in trattativa per l’acquisto del suo hotel, una struttura di prestigio frequentata da star come Freddie Mercury, usata come location per il videoclip di Club Tropicana, degli Wham! (infatti Anthony appare nel video). Il corpo di Pike venne ritrovato sulla spiaggia di Sewer Beach, a Miami, ed era privo di vestiti, come a voler simulare un delitto maturato in ambito sessuale (il luogo è frequentato da surfisti ma anche da gay che praticano battuage). Grazie ad alcuni oggetti rinvenuti accanto al cadavere, la polizia riesce a risalire al nome della vittima, Dale Pike, arrivato da Ibiza il giorno prima. A Ibiza i Pike sono titolari di un hotel che si chiama appunto Pikes: la polizia telefona al direttore dell’albergo, Antonio Fernandez, il quale spiega che Dale era partito per Miami per annullare la vendita dell’hotel dopo Fernandez lo aveva informato che Forti stava per raggirare suo padre Anthony.
Quando la polizia raggiunge Forti per fargli alcune domande, lui li accoglie dicendo: “Siete qui per la morte di Pike?” e questo avrebbe insospettito gli agenti, perché la morte dell’imprenditore non era ancora stata resa pubblica. Nel suo confronto con la polizia Forti avrebbe cambiato versione più volte, fino a spiegare un tedesco, tale Thomas Knott, lo aveva costretto, sotto minaccia, a prelevare Dale all’aeroporto e a consegnarglielo, per ucciderlo.
Da ulteriori controlli risulta che il nome di Forti è al centro di alcune frodi immobiliari e che avrebbe acquistato una pistola calibro 22, la stessa usata per l’omicidio di Dale Pike, con la sua carta di credito. Forti però afferma che quella pistola (mai ritrovata) è stata scelta in negozio da Knott, ma è stata pagata da lui, come confermerà il commesso del negozio dove è stata acquistata l’arma.
Forti si è sempre dichiarato innocente e vittima di un errore giudiziario. Il caso è ben lungi dall’essere chiarito e tutt’oggi il dibattito tra innocentisti e colpevolisti è ancora aperto. Nel suo sito ufficiale, la criminologa Roberta Bruzzone, ha esposto la sua ricostruzione dei fatti, che sintetizziamo di seguito.
Thomas Knott, spiega Bruzzone, era un vicino di casa di Chico Forti al quale quest’ultimo aveva chiesto dei favori per realizzare un documentario sull’omicidio di Gianni Versace (nello specifico a Forti servivano i permessi per effettuare dei filmati sulla house boat dove fu trovato il cadavere del presunto assassino dello stilista). Knott è un faccendiere che era scappato negli USA dopo una condanna in Germania e ad aiutarlo a procurarsi i permessi per il documentario di Forti era stato Anthony Pike, titolare dell’hotel di lusso a Ibiza. Pike e Knott hanno messo a segno diversi affari sporchi e sono dediti a truffe con le carte di credito. Nell’autunno del 1997 i due provano a raggirare Forti e tentano di vendergli il Pikes, che ormai è in rovina. Il gennaio successivo Forti e Pike firmano l’accordo e Knott resta fuori dall’affare, per esplicita richiesta di Chico Forti, che evidentemente aveva intuito la natura di affarista dell’imprenditore tedesco. A mettere in guardia Forti su Knott era stato proprio Pike, “forse per fingere un gesto di complicità”, ipotizza Bruzzone.
A questo punto entra in scena Dale Pike, il figlio di Anthony, che era stato cacciato dal padre per aver rubato dalle casse del Pikes e aveva vissuto per alcuni anni in Malesia. Dale fa ritorno ad Ibiza anche a causa delle gravi difficoltà economiche in cui versa il genitore e il biglietto aereo glielo paga Chico Forti. Dale scopre che il Pikes è in vendita e vuole consocere il prossimo acquirente, anche perche vorrebbe fare l’attore e Chico è un produttore. Il biglietto aereo da Ibiza a Miami glielo paga ancora una volta Chico Forti – spiega Bruzzone – perché Dale non ha soldi e neanche suo padre.
Il giorno dell’arrivo di Dale a Miami però, Forti va a prenderlo all’aeroporto e poi, su sua richiesta, lo accompagna ad un ristorante, dove incontrerà Knott e alcuni amici. Nel parcheggio del locale, Dale trova ad aspettarlo un uomo ispanico a bordo di una lexus. A quel punto lui e Forti si congedano e si danno appuntamento da lì a qualche giorno.
Quando il cadavere di Dale viene ritrovato il giorno seguente, la polizia contatta Chico Forti e per fargli pressione gli dice che anche Tony Pike è stato ucciso. Chico va nel panico e dice di non aver mai incontrato Dale, commettendo un grave errore, poi cambia nuovamente versione dei fatti.
A questo punto la vicenda giudiziaria di Chico Forti si complica, perché l’uomo chiede consiglio al detective Gary Schiaffo con il quale aveva collaborato per il documentario su Versace. I rapporti tra i due però, si erano incrinati, e Schiaffo omette di consigliare a Forti di presentarsi con un avvocato, al successivo incontro con la polizia. Questo è un altro errore commesso dall’ex velista, spiega Bruzzone.
“Chico Forti viene accusato di frode e circonvenzione di incapace in relazione all’acquisto del Pikes, e di concorso in omicidio per la morte di Dale Pike” spiega la criminologa – “La teoria dell’accusa è che Chico, approfittandosi dello stato di salute di Tony Pike (al quale era stato diagnosticato l’HIV pochi anni prima) volesse ottenere in modo fraudolento il 100% dell’hotel. Dale, accortosi dell’inganno ai danni del padre, sarebbe volato a Miami per, eventualmente, far saltare l’accordo: per questo motivo, sarebbe stato ucciso. Nell’accusa di frode e circonvenzione di incapace, quindi, si nasconderebbe il movente del delitto. In effetti la compravendita del Pikes, era veramente una truffa, ma ai danni di Chico Forti. E infatti, in relazione alla frode e alla circonvenzione di incapace, l’italiano viene assolto con formula piena. Venuto meno il movente, di conseguenza, dovrebbe venir meno anche l’accusa di omicidio, ma così non è. Il 15 giugno 2000 Chico Forti viene condannato all’ergastolo”
Tra gli elementi più controversi del procedimento giudiziario, sottolinea Bruzzone, la giudice Victoria Platzer, che aveva partecipato alle indagini sul delitto Versace con un team di cui avevano fatto parte altri due detective che avevano indagato sull’omicidio di Dale Pike. Tutte persone che, ipotizza Bruzzone, provavano risentimento nei confronti di Chico Forti, dal momento che egli nel suo documentario aveva ipotizzato che la polizia di Miami fosse corrotta.
Ora, dopo 24 anni, la premier Meloni ha dichiarato che Chico Forti sarà trasferito in un carcere italiano. Già nel 2018 Forti aveva presentato istanza per continuare a scontare la pena in Italia e, nel gennaio del 2021, il Dipartimento di giustizia americano aveva confermato di aver avviato l’iter per il suo trasferimento. Solo ora però il trasferimento sta diventando realtà. Anche il vice premier Matteo Salvini ha espresso la sua contentezza: “È una promessa mantenuta di cui vado orgoglioso. Non entro nel merito della vicenda giudiziaria. Ora riabbraccerà la madre. Che possa tornare tra la sua gente”