In Costa D’Avorio è in corso di svolgimento l’edizione 2024 della Coppa D’Africa di calcio per nazioni, e molto scalpore hanno sollevato le immagini riprese all’esterno di uno stadio, che mostrano le perquisizioni subite da alcune spettatrici, ad opera di un’agente donna; tutto secondo copione, se non fosse che, come si vede nel video, le ispezioni corporali prevedono forti palpeggiamenti sul seno; una procedura che ha fortemente indignato il giornalista anglo-nigeriano Osasu Obayiuwana, che ha condiviso i filmati sul suo profilo X, dando il là a una fervida discussione sulla liceità di determinati comportamenti.
How can the #Ivorian authorities think that this is okay? 😳 #TotalEnergiesAFCON2023 cc: @AOuattara_PRCI pic.twitter.com/DzrUVrqIXt
— Osasu Obayiuwana (@osasuo) January 21, 2024
Il giornalista, infatti, accompagna il video scrivendo: “Per le autorità ivoriane una cosa del genere è accettabile?”, la prima risposta fa notare appunto come l’agente deputato alla perquisizione sia una donna; dopo essersi convinto a fatica, Obayiuwana ribatte: “Questo rende forse più accettabile la cosa?”
Come fa notare qualcun altro nei commenti poco dopo, questa pratica, per quanto deprecabile, ha dei precedenti precisi nelle procedure di sicurezza post undici settembre. A testimoniarlo, un articolo del 2004 del magazine giuridico FindLaw, in cui l’editorialista Sherry Colb riprende alcune testimonianze di perquisizioni aeroportuali molto aggressive, tra cui quella dell’attrice Patti LuPone: “Quella mi ha messo le mani dappertutto, sui seni, e sull’inguine“. Un’anonima dirigente pubblicitaria rincarava la dose: “Mi stringono continuamente i seni, mi palpano il sedere, e so di non poter dire niente. Se mi ribello, mi spediscono a Guantanamo“.