Con “Brain rot” non si fa riferimento a un termine medico nel senso tradizionale. Questo, piuttosto, descrive una sensazione diffusa di deterioramento cognitivo, un’incapacità di concentrarsi, di memorizzare informazioni e di pensare in modo critico, spesso attribuita all’eccessivo consumo di contenuti digitali.
A rendere famoso questo modo di dire, comunque, è stato l’Oxford Dictionary eleggendo “brain rot”, letteralmente “marciume cerebrale”, come parola dell’anno 2024. Il termine, infatti, ha battuto altre espressioni finaliste diventate famose come Demure, Romantasy e Dinamic pricing.
Preferenze linguistiche a parte, comunque, il brain rot è un fenomeno piuttosto preoccupante e frequente le cui cause sono molteplici e complesse, ma gli esperti individuando alcuni fattori chiave come:
- L’uso eccessivo dei social media: Scrollare in continuazione i feed di Facebook, Instagram o TikTok può portare a un’assuefazione che rende difficile staccare la spina.
- La dipendenza dallo smartphone: Avere sempre lo smartphone a portata di mano ci rende costantemente connessi, ma può anche aumentare i livelli di ansia e stress, influenzando negativamente le nostre capacità cognitive.
- La mancanza di sonno: Un sonno insufficiente compromette le nostre funzioni cognitive, rendendoci più suscettibili al brain rot.
- La sedentarietà: L’attività fisica è fondamentale per la salute del cervello, e la sedentarietà può accelerare il declino cognitivo.
Nonostante questo, però, il brain rot può essere combattuto stabilendo dei limiti nell’uso dei dei dispositivi elettronici, grazie alla mindfulness, la meditazione ed altre tecniche per migliorare la capacità di concentrazione come la manifestazione (che è la parola chiave dell’anno per il Cambridge Dictionary) e l’attività fisica.