La Freedom Flotilla è una coalizione internazionale di attivisti pro-palestinesi che dal 2010 organizza missioni navali verso la Striscia di Gaza, con l’obiettivo di consegnare aiuti umanitari e contestare il blocco navale imposto da Israele. Le iniziative della Flotilla hanno carattere sia simbolico sia pratico: puntano a fornire beni essenziali e, al contempo, a sollevare l’attenzione pubblica globale sulla situazione umanitaria nel territorio palestinese.
Nelle prime ore della mattina, la marina israeliana ha preso il controllo dello yacht Madleen, battente bandiera britannica, gestito dalla Freedom Flotilla Coalition (FFC). A bordo si trovavano dodici attivisti, tra cui la nota ambientalista Greta Thunberg e l’eurodeputata Rima Hassan. L’imbarcazione trasportava un carico umanitario simbolico – riso, latte in polvere e farmaci – destinato alla popolazione di Gaza.
Secondo la ricostruzione fornita dalla FFC e riportata da diverse testate internazionali, la nave è stata abbordata da forze israeliane mentre navigava in acque internazionali. Il Ministero degli Esteri israeliano ha confermato di aver assunto il controllo dell’imbarcazione, dichiarando che i passeggeri sono in salvo e che l’equipaggio riceverà supporto logistico prima del rimpatrio. Il carico, ha aggiunto, sarà trasferito a Gaza “attraverso canali umanitari reali”.

La Freedom Flotilla Coalition ha denunciato l’abbordaggio come illegale e definito la detenzione dei passeggeri come “arbitraria e priva di giurisdizione”, in quanto avvenuta su un’imbarcazione civile in acque internazionali. Secondo Huwaida Arraf, organizzatrice della Flotilla, “Israele non ha alcuna autorità legale per detenere volontari internazionali o sequestrare aiuti umanitari destinati a civili sotto occupazione”.
Il blocco marittimo su Gaza è stato imposto da Israele nel 2007, in seguito alla presa del potere da parte di Hamas nel territorio. Israele giustifica la misura come necessaria per impedire il contrabbando di armi verso Hamas. Tuttavia, l’efficacia e la proporzionalità del blocco sono state oggetto di critiche costanti da parte di organizzazioni internazionali e relatori ONU, che lo ritengono una forma di punizione collettiva ai danni della popolazione civile.
Secondo il Ministero della Salute di Gaza, oltre 54.000 palestinesi sono stati uccisi dal 7 ottobre 2023, data dell’attacco di Hamas contro Israele che ha dato il via al conflitto attuale. Le Nazioni Unite segnalano che oltre 2 milioni di persone nella Striscia sono attualmente a rischio fame.
While #Madleen must be released immediately, every Mediterranean port should send boats with aid, solidarity, and humanity to Gaza. They shall sail together—united, they will be unstoppable.#BreakingTheSiege is a legal duty for states, and a moral imperative for all of us. pic.twitter.com/FeaD1Fq4Dk
— Francesca Albanese, UN Special Rapporteur oPt (@FranceskAlbs) June 9, 2025
La relatrice speciale dell’ONU Francesca Albanese ha sostenuto l’operazione della Freedom Flotilla, esortando altri porti del Mediterraneo a seguire l’esempio inviando imbarcazioni con aiuti umanitari. “La missione della Madleen potrebbe essere terminata, ma l’obiettivo non lo è,” ha scritto su X.
In un clima già segnato da tensioni geopolitiche e crisi umanitaria, la vicenda della Gaza Flotilla riaccende il dibattito internazionale sul blocco navale e sui limiti della legalità nei conflitti asimmetrici.