Giornata forse decisiva per le indagini, riaperte, sul delitto di Garlasco. Nelle prime ore della mattina, la Procura di Pavia ha ordinato una nuova serie di perquisizioni legate all’omicidio di Chiara Poggi, uccisa nella sua abitazione nell’agosto del 2007. Al centro delle attenzioni investigative, da qualche mese, c’è Andrea Sempio, nuovo indagato, e la pista di un’arma del delitto fino ad oggi mai ritrovata. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, quella che sia stata un attizzatoio – appartenente alla famiglia Poggi – l’oggetto con cui la ragazza è stata uccisa, e che questo sia stato gettato in un canale a Tromello, poco distante dalla casa della nonna delle cugine di Chiara, le gemelle Cappa.
L’operazione investigativa è stata avviata all’alba e ha coinvolto diverse località del Pavese. I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, su mandato della Procura di Pavia, hanno perquisito l’abitazione di Andrea Sempio a Voghera, quella dei suoi genitori a Garlasco, e le case di due suoi amici: Roberto Freddi e Mattia Capra. Entrambi risultano legati a Marco Poggi, fratello di Chiara, e frequentavano abitualmente la casa in cui è avvenuto l’assassinio. Durante le operazioni sono stati sequestrati telefoni cellulari, computer e altri dispositivi elettronici, nel tentativo di raccogliere elementi utili a chiarire eventuali connessioni o alibi.

Parallelamente, le ricerche si sono estese a Tromello, piccolo comune della Lomellina distante circa cinque chilometri dalla casa dei Poggi. Qui, i militari hanno avviato l’ispezione di un canale, indicato da un testimone come il possibile luogo in cui sarebbe stata occultata l’arma del delitto. Le fonti giornalistiche principali – tra cui Corriere della Sera, la Repubblica e l’agenzia ANSA – parlano in particolare di un attizzatoio, appartenente alla casa della vittima, che potrebbe essere stato utilizzato per colpire mortalmente Chiara Poggi.
Questa nuova pista investigativa si affianca all’ipotesi già giudizialmente accertata che ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima. Tuttavia, il lavoro dei carabinieri sembra concentrarsi su un possibile coinvolgimento di terze persone. Non solo Sempio, ma anche altri. Si fa strada la possibilità che il delitto non sia stato opera di una sola persona.