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Home » Attualità » Don Ciotti, 80 anni senza paura, dalle minacce di Riina alle lettere con Edoardo Agnelli: “Gentile e fragile”

Don Ciotti, 80 anni senza paura, dalle minacce di Riina alle lettere con Edoardo Agnelli: “Gentile e fragile”

Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, compie 80 anni. Una vita dedicata agli ultimi, tra le montagne del Cadore e le strade di Torino.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino10 Settembre 2025
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Don Luigi Ciotti
Don Luigi Ciotti (fonte: Avvenire)
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Compie 80 anni Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, uomo e prete sempre in difesa degli ultimi e in primissima linea contro la criminalità organizzata.

Nato in una famiglia umile, don Ciotti porta dentro di sé il ricordo del nonno e del suo mulino sul Piave, un simbolo di operosità e perseveranza che ha plasmato il suo carattere. L’infanzia trascorsa tra le Dolomiti. Poi, il trasferimento a Torino, città che gli ha dato tutto e alla quale ha dato tutto, ha segnato una svolta nella sua vita. Dalle baracche del cantiere del Politecnico, dove la famiglia Ciotti trovò inizialmente alloggio, don Ciotti ha imparato il valore dell’ospitalità e della solidarietà, valori che hanno guidato il suo percorso di impegno sociale.

L’incontro con la fede e la vocazione al sacerdozio non sono arrivati da bambino, ma in età adulta, come una “sana pedata” che lo ha spinto a dedicare la sua vita agli altri. La parrocchia Beata Vergine delle Grazie, con la figura di San Pier Giorgio Frassati, e l’esperienza con i giovani del gruppo “Gioventù Impegnata” hanno gettato le basi per la nascita del Gruppo Abele, un’associazione che si prende cura dei più fragili, ispirandosi alla figura biblica di Abele e alla domanda, posta da Caino a Dio: “Sono forse io il custode di mio fratello?“.

 

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Don Ciotti si definisce un “custode”, un uomo che ha scelto di stare dalla parte dei poveri, di chi fa più fatica, dedicando la sua vita all’amore e all’aiuto del prossimo. Tutti. Anche persone apparentemente fortunate e ricche come Edoardo Agnelli, figlio di Giovanni, e scomparso in circostanze misteriose, forse per un suicidio, nel 2000. In un’intervista al Corriere della Sera ha detto:

“L’ho conosciuto. Era un ragazzo gentile e fragile. Con dentro una grande sofferenza. Veniva a parlarmi, mi scriveva lettere di duecento pagine… Qualcuno, non so come, venne a sapere che avevamo questo rapporto e avrebbe fatto carte false per avere un memoriale. Non ne parlammo mai. Proprio perché, per noi, era solo un giovane in difficoltà. Che aveva più diritto ad essere protetto“.

Ma Don Ciotti ha legato il suo nome anche all’associazione Libera, nata per contrastare le mafie. Ciotti allora ricorda anche l’incontro con la moglie di Totò Riina, Ninetta Bagarella:

“Aveva chiesto di vedermi, la vidi in gran segreto a Corleone. Mi disse: “Parrino, sono cresciuta nell’Azione Cattolica”. Risposi: “Anche io signora ma abbiamo preso strade diverse”. “Sa, preghiamo tanto”. “Forse io un po’ di meno, signora, ma ho sempre pensato che la preghiera è tradurre le parole in fatti…”“.

Di lì a poco si sarebbe saputo che Riina avrebbe voluto farlo fuori:

“Quella intercettazione in carcere non era stata ancora pubblicata. Non lo sapevo io, non lo sapeva lei. Era preoccupata per il marito in galera e per i figli. Capii che era stato lui a suggerirle di chiedere l’incontro: “Cerca il parrino”. Avrebbe voluto incontrarmi. Ma non si sarebbe mai abbassato a farmelo chiedere“.

Infine, un commento su Gaza: “Vedo troppi silenzi. Troppe prudenze, troppi compromessi, troppe mezze parole… E non ne posso più, delle mezze parole“.

 

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