La notizia dei lupi bianchi (o meglio gli enocioni) di Trono di Spade riportati in vita dall’estinzione grazie all’ingegneria genetica ha fatto il giro del mondo in un nano secondo. Subito gli esperti si erano detti scettici non tanto sulle possibilità d’azione dei laboratori come Colossal Biosciences, quanto sul fatto che si potesse effettivamente recuperare specie ormai estinte. La verità è che i dolcissimi batuffoli bianchi, Romulus, Remus e Khaleesi, che hanno fatto innamorare tutti non appartengono a una specie estinta, ma sono il frutto di una ricombinazione genetica tra un lupo grigio e il DNA del cosiddetto lupo terribile (dire wolf). Cosa cambia questo? Be’, dal punto di vista scientifico cambia tutto. Da quello comunicativo, dimostra come sia facile cavalcare l’onda della notizia clamorosa, senza vedere a fondo tutte le implicazioni.
Colossal Biosciences non ha “riportato in vita” alcuna creatura, ma si è “limitata” a modificare geneticamente il DNA del lupo grigio con tecniche CRISPR. Ovvero, incrociandolo piccole sezioni di DNA di metalupo, ricavate sì da antichi fossili tra cui un dente di 13.000 anni fa e un osso auricolare di 72.000 anni. I cuccioli sono adorabili, ma restano prevalentemente lupi grigi, con alcuni tratti fisici del lupo estinto. E con il cosiddetto metalupo hanno in comune pochi tratti genetici e forse nemmeno il comportamento (ci torniamo più avanti).

Su cosa hanno lavorato, allora gli scienziati di Colossal? Diciamo che hanno “rafforzato” il lupo grigio, intervenendo sulla larghezza delle spalle, il corpo massiccio, la pelliccia chiara e folta. Le cellule modificate hanno poi generato embrioni impiantati in cagne domestiche surrogate. L’intervento, anche se di un certo rilievo, non è clamoroso in termini quantitativi. 20 modifiche, in termini evolutivi, sono una goccia in un oceano.
La domanda che gli esperti di etologia si fanno è la seguente: che ruolo avranno questi animali nell’ecosistema? Sì, somigliano a un superpredatore del passato, ma non lo sono. Essi potrebbero alterare gli equilibri naturali se mai venissero reintrodotti in ambienti selvatici. Ora vivono in una riserva protetta di 800 ettari, circondata da recinzioni, dove hanno libertà di movimento ma interazioni controllate.
Chi invece si occupa di etica legata alla scienza è preoccupato da un altro aspetto. Se è possibile estrarre da fossili un DNA, ricostruire un genoma, modificarlo con precisione e generare esseri viventi da cellule ingegnerizzate, che rischi si corrono? Cosa sono queste creature nuove, come si comportano?
Se Colossal si muove con l’intento di restituire alla natura ciò che l’uomo ha distrutto, reintroducendo specie estinte come il mammut lanoso (ma ora sappiamo cosa significa), gli esperti rispondono che sarebbe meglio proteggere la biodiversità attuale.