Un Boeing 787‑8 Dreamliner di Air India, volo AI 171, si è schiantato oggi nei sobborghi di Ahmedabad pochi istanti dopo il decollo dalla pista 23 dell’aeroporto Sardar Vallabhbhai Patel, con 242 persone a bordo. Il velivolo ha emesso un segnale MAYDAY e perso quota a soli 625 piedi, poi è precipitato in un’area residenziale, provocando un’esplosione tra le abitazioni. Al momento le indagini sul disastro aero sono ininterrotte. Al vaglio degli inquirenti ci sono molti fattori. Secondo quanto riportano fonti indiane, il Boeing aveva iniziato il decollo non dalla testata, ma da circa metà pista, lasciando meno spazio — circa 1.900 m di rincorsa — del totale di 3.505 m.
Su Corriere della Sera, che cita i dati raccolti dai siti di monitoraggio dei movimenti aerei si legge che altri voli AI 171 avevano effettuato il backtrack per aumentare i metri utili a spingersi in volo sicuro. In questo caso, non è successo.
Il backtrack consiste nel rullare all’indietro lungo la pista fino alla testata prima di avviare l’accelerazione al decollo. È utilizzata quando l’aereo non parte da inizio pista: garantisce maggior spazio per accelerare, riducendo significativamente rischio di mancanza di velocità critica o insufficiente altezza nei primi secondi di volo.
Nel caso di Ahmedabad, la partenza da metà pista senza backtrack potrebbe aver compromesso spazi fondamentali per una rampa di salita ottimale, specialmente con il full carico di carburante per il tratto diretto a Londra e il peso di circa 220 tonnellate.
Analisi preliminari sollevano altri campanelli d’allarme: video mostrerebbero l’atterraggio con il carrello ancora esteso e le superfici portanti (flap) ritratte troppo presto, configurazione inusuale nei primi 600 ft di volo. Secondo altri esperti questo potrebbe essere stato alla base dell’aumento della resistenza aerodinamica, che avrebbe ostacolato il guadagno di quota e potuto innescare una perdita di portanza (“stall”).
Le autorità indiane (DGCA) e Boeing, insieme a un team tecnico, hanno avviato un’inchiesta completa. Saranno esaminate le due scatole nere, registrazione del cockpit e parametri di volo, per chiarire sequenza, tempistica e decisioni dei piloti. Anche possibili problemi strutturali o idraulici (es. carrello bloccato o flap difettosi) saranno oggetto di verifica.
Al momento non vi sono affermazioni ufficiali su eventuali errori umani o tecnici. L’analisi del backtrack è solo uno dei filoni investigativi.