Jean-Luc Mélenchon è riuscito in un’impresa quasi impossibile, spuntare le armi di Marine Le Pen e contemporaneamente diventare il leader del partito più votato in Francia con il Nuovo Fronte Popolare.
La sinistra dunque si impone a sorpresa a pochi giorni dalla vittoria dei Laburisti al di là della Manica. Ma a differenza dei laburisti del Regno Unito, guidati dal neo premier Keir Starmer, questa è una sinistra più rossa e meno rosa, che non ha alcuna intenzione di “mercanteggiare” con Macron. E che sicuramente renderà più difficile la costruzione di un governo. Il Nuovo fronte popolare (Nfp) aveva ottenuto un risultato sorprendente al primo turno delle elezioni, raccogliendo il 28% dei voti e superando la coalizione centrista del presidente uscente Emmanuel Macron. Poche ore fa, il trionfo. Ma chi è Mélenchon?
Segno del Leone, nato a Tangeri in Marocco il 19 agosto 1915, temperamento passionale, Mélenchon cresce in una famiglia di cosiddetti pieds-noirs, i francesi di Algeria. La madre insegnante, si chiamava Jeanine Bayona, il padre impiegato, Géorges. Mélenchon si trasferisce in Francia a 11 anni dopo il divorzio dei genitori. Sin dalla giovane età in interessa di politica, abbracciando idee di sinistra.
Gli anni della contestazione sono quelli della sua laurea in Filosofia. Aderisce prima all’Unef, il sindacato studentesco protagonista del Maggio ’68. Poi, all’Oci (Organisation communiste internationaliste). Mélenchon fa tanti lavori: correttore di bozze, benzinaio, insegnante di francese e giornalista. Professioni che formano in qualche modo il suo pensiero politico, nettamente socialista.
Inizia la carriera politica nel 1976 con i socialisti del presidente della Repubblica François Mitterrand. Nel 1986, a 37 anni, diventa senatore, svolgendo pii incarichi di rilievo in ambito governativo. Nel partito è comunque il più radicale. La rottura si consuma nel 2009 con la fondazione del Parti de Gauche (Partito di Sinistra).
Nel 2012 la partecipazione alle presidenziali dove ottiene un buon 11%. Ci riprova cinque anni dopo con il movimento La France insoumise (La Francia indomita). Arriva a 19,5%, dimostrando una grande presa soprattutto sugli elettori più giovani. Nel 2022, un altro passo avanti. Sfiora il ballottaggio e perde di pochissimi punti con la Le Pen.
— Saokkei (@saokkei) July 7, 2024
Critico con l’Unione Europea, favorevole all’uscita della Francia dalla Nato e al riconoscimento dello stato di Palestina, sostenitore di politiche economiche di stampo socialista, Mélenchon è il vero spauracchio rosso. Il suo cavallo di battaglia, infatti, è la tassazione ai ricchi. Nella sua carriera non mancano gli episodi controversi come quando, nel 2018, durante una perquisizione della polizia nella sede di La France insoumise, Mélenchon reagì con veemenza contro gli agenti, urlando:
“La République, c’est moi!” (La Repubblica sono io).
Frase che gli valse una valanga di meme, tre mesi di detenzione, 8.000 euro di multa e la sospensione dalla Massoneria (il Grande Oriente di Francia), di cui era membro dal 1983.
Nel 1972 sposa Bernadette Abriel e due anni dopo nasce la sua unica figlia, Maryline Camille. Dopo il divorzio, nel 1994, si è legato a Sophia Chikirou, consigliera per la comunicazione, deputata della sinistra radicale e di origine algerina. Mélenchon è anche un vero nerd, appassionato di videogiochi. Di uno, Fiscal Kombat, è addirittura protagonista.