La Francia si prepara a compiere un passo diplomatico di grande portata internazionale. Il presidente Emmanuel Macron ha annunciato giovedì sera che la Francia riconoscerà ufficialmente la Palestina come stato durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre 2025. Questa decisione posiziona la Francia come il primo grande paese occidentale e membro del G7 a intraprendere questa strada.
L’annuncio di Macron ha scatenato immediate reazioni diplomatiche. Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha definito la decisione “sconsiderata” e ha dichiarato che Washington “respinge fermamente” questa mossa, sostenendo che “serve solo alla propaganda di Hamas e ostacola la pace”. Anche Israele ha reagito duramente, con il primo ministro Benjamin Netanyahu che ha condannato la decisione affermando che uno stato palestinese “sarebbe una rampa di lancio per annientare Israele”.
Il riconoscimento di uno stato rappresenta un atto formale attraverso il quale un governo accetta l’esistenza di un’entità politica come soggetto sovrano del diritto internazionale. Dal punto di vista giuridico, questo comporta l’accettazione della legittimità delle istituzioni governative, del controllo territoriale e della popolazione di quella entità.

Il riconoscimento implica conseguenze diplomatiche concrete: possibilità di stabilire relazioni diplomatiche ufficiali, aprire ambasciate, stipulare accordi bilaterali e multilaterali. Significa anche riconoscere il diritto di quel territorio di partecipare alle organizzazioni internazionali e di essere trattato come pari negli organismi multilaterali. Tuttavia, il riconoscimento non garantisce automaticamente l’effettivo controllo territoriale o la stabilità politica interna.
Attualmente, 147 stati membri dell’ONU (il 75% della comunità internazionale) hanno già riconosciuto la Palestina come nazione sovrana, inclusa la Santa Sede.
I paesi che hanno compiuto questo passo includono la maggior parte delle nazioni africane, del blocco ex-sovietico, del mondo arabo e molti stati dell’America Latina e dell’Asia. In Europa, 26 paesi su 50 riconoscono lo stato palestinese, tra cui Albania, Armenia, Bulgaria, Ungheria, Polonia e Slovacchia.
Tuttavia, diverse potenze occidentali – inclusi Stati Uniti, Regno Unito e Germania – continuano a rifiutare questo riconoscimento. All’interno dell’Unione Europea, Norvegia, Irlanda e Spagna avevano già indicato a maggio 2024 di aver avviato il processo di riconoscimento.
La decisione francese assume particolare rilevanza geopolitica considerando che la Francia è tradizionalmente uno dei più stretti alleati di Israele in Europa e rappresenta una delle economie più influenti del continente. Questo riconoscimento coincide con le crescenti pressioni internazionali su Israele per porre fine al genocidio a Gaza, iniziato dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 che causarono circa 1.139 vittime israeliane, mentre l’offensiva israeliana ha provocato quasi 60.000 morti palestinesi.