La Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, celebrata ogni anno l’11 febbraio, nasce per riconoscere il ruolo cruciale delle donne nel progresso scientifico e tecnologico. Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2015, questa iniziativa mira a combattere le disuguaglianze di genere che ancora oggi limitano l’accesso delle donne alle carriere STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Sebbene le donne abbiano fatto passi avanti nell’istruzione superiore, restano ancora poco rappresentate nei settori scientifici, influenzate da stereotipi e ostacoli strutturali che ne frenano l’avanzamento.

Il 2025 segna una doppia ricorrenza significativa: il decimo anniversario della Giornata e il trentesimo anniversario della Dichiarazione di Pechino, un documento chiave delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere. Quest’anno il tema centrale dell’evento è “Liberiamo le carriere STEM: la sua voce nella scienza”, con una conferenza ibrida presso la sede dell’UNESCO a Parigi. L’evento riunirà rappresentanti di governi, settore privato, istituzioni accademiche e studenti per discutere le sfide e le opportunità nel promuovere la partecipazione femminile nelle carriere scientifiche.
Il divario di genere nella scienza non è solo una questione di giustizia sociale, ma ha anche implicazioni sullo sviluppo globale. Studi dimostrano che una maggiore diversità nella ricerca scientifica porta a prospettive più ampie, maggiore creatività e soluzioni più innovative per affrontare sfide globali, come il cambiamento climatico e il miglioramento della salute pubblica. Tuttavia, in molti paesi, indipendentemente dal livello di sviluppo, la parità di genere in STEM non è stata ancora raggiunta.
Nonostante quello che si definisce il cosiddetto Scully Effect, ovvero l’impennata di iscrizioni a corsi universitari STEM sull’onda di un role model d’eccellenza come Dana Scully di X-Files. E la presenza di tante donne in ruoli scientifici chiave, come le due studiose di matematica Maria Colombo e Cristiana De Filippis, vincitrici del prestigioso EMS Prize.
Molto c’è ancora da fare. Per superare questi ostacoli, sono necessarie politiche inclusive che promuovano modelli di riferimento femminili, programmi di sostegno per le giovani scienziate e ambienti di lavoro equi e privi di discriminazioni. L’UNESCO e UN-Women lavorano in collaborazione con governi e organizzazioni per garantire l’accesso equo delle donne alla scienza e alla tecnologia, elementi chiave per la crescita economica e il progresso sociale.