Emily Ratajkowski ha festeggiato qualche giorno fa i suoi 34 anni con una torta particolare. Così tanto da trasformarsi in virale: un dolce modellato a forma del suo fondoschiena, completo di bikini “aragosta” e stringhe realistiche, decorato con candeline posizionate come fossero “agopuntura estetica”.
Visualizza questo post su Instagram
La forma provocatoria e il ripreso postato su Instagram hanno catturato immediatamente l’attenzione. A realizzarla, Laila Gohar, food designer di origini egiziane e turche, con base a New York da oltre dieci anni. Nota per sculture alimentari inusuali (burro, marshmallow, sculture in pane), Gohar è una figura riconosciuta nel design gastronomico e collaboratrice di brand come Prada, Gucci, Chanel ed Hermès. Ha curato eventi come la cena di chiusura della Design Week di Milano firmata Valentino e ha una rubrica su How to Spend It del Financial Times. L’opera per Ratajkowski incarna perfettamente questa visione: un dessert che fa riflettere su corpo, femminilità e provocazione estetica.
A rendere ancora più unica la creazione è stato il fatto che fosse servita con una ciotola di caviale, per esaltare il contrasto tra dolce e salato. Insomma, tante cose insieme. Troppe per passare inosservate. Emily è stata invasa da commenti non proprio simpatici. Un’ampia parte dei follower ha apprezzato l’autoironia e la libertà espressiva, mentre altri hanno sollevato critiche legate al ruolo di madre e all’influenza del gesto su un pubblico variegato.
Ma Emily Ratajkowski, modella, attrice e imprenditrice statunitense, alle polemiche è abituata. E ha sempre risposto con grande leggerezza, dicendo di essere fiera di essere sé stessa.
Nata a Londra nel 1991 e cresciuta in California, è diventata celebre nel 2013 grazie al video musicale di Blurred Lines di Robin Thicke. Ha poi sfilato per brand internazionali e recitato in film come Gone Girl. È anche autrice del libro autobiografico My Body, in cui riflette sul corpo femminile e il potere. Ha un figlio, Sylvester Apollo, nato nel 2021 dal matrimonio con il produttore Sebastian Bear-McClard.