Máximo Napa Castro era partito il 7 dicembre 2024 da Marcona, sulla costa peruviana, per una battuta di pesca di due settimane. Dopo dieci giorni, una tempesta ha spazzato via la sua imbarcazione, lasciandolo alla deriva nell’oceano. Da quel momento, ha dovuto affrontare la solitudine, la fame e la disidratazione, aggrappandosi alla speranza di tornare dalla sua famiglia. Il suo incredibile salvataggio è avvenuto l’11 marzo 2025, quando una pattuglia ecuadoriana lo ha trovato a quasi 700 miglia dalla costa, in condizioni critiche.
Per sopravvivere, Napa Castro ha raccolto l’acqua piovana e si è nutrito di tutto ciò che riusciva a catturare: insetti, uccelli e persino tartarughe. Ha raccontato che il sangue della tartaruga è stato fondamentale negli ultimi giorni, quando le forze lo stavano abbandonando. Negli ultimi 15 giorni prima del salvataggio, però, non aveva più nulla da mangiare.

Durante il suo calvario, ha trovato forza nel pensiero della madre e della nipotina di pochi mesi. “Non volevo morire. Pensavo a mia madre ogni giorno” ha dichiarato con commozione. La sua famiglia non ha mai smesso di cercarlo. La figlia Inés ha continuato a pubblicare appelli sui social media, mentre la madre, pur temendo il peggio, ha sperato fino all’ultimo in un miracolo.
Il salvataggio è stato un momento di grande emozione. Dopo le prime cure nell’ospedale di Paita, il pescatore ha potuto finalmente riabbracciare i suoi cari all’aeroporto di Lima il 15 marzo. La famiglia ha organizzato una celebrazione speciale per il suo compleanno, che aveva trascorso in mare mangiando solo un piccolo biscotto. “Per noi è come se fosse rinato” ha detto la nipote Leyla.
Oggi, nonostante la debolezza fisica, Napa Castro ha un unico desiderio: sedersi a tavola con sua madre e gustare i piatti della sua infanzia. “Voglio solo abbracciarla” ha detto. Il suo incredibile spirito di sopravvivenza è una testimonianza della resilienza umana e della forza dell’amore familiare.