Il dibattito sugli scontrini pazzi nel 2023 infiamma i social, in Italia, con segnalazioni che arrivano sul web e sui media, davvero assurde. Uno dei casi più eclatanti è quello del toast diviso in due, che è diventato un tormentone, ma ci sono stati anche casi di cene finite con liti furibonde o addirittura clienti molto danarosi, felici di arrotondare pagando di più. Ecco allora l’elenco degli scontrini pazzi di quest’anno, in continuo aggiornamento.
2 euro di sovrapprezzo per il toast tagliato a metà, a Gera Lario, Como
Il caso del toast tagliato a metà in un locale di Gera Lario, in provincia di Como è il più dibattuto e il più rappresentativo dell’estate degli scontrini pazzi 2023. Il caso risale a giugno, ma è “esploso” qualche settimana dopo, quando una delle recensioni al locale in questione, su Tripadvisor, sottolinea che la richiesta di dividere a metà un toast è stata fatta pagare 2 euro di sovrapprezzo.
Molti si sono indignati la scelta di far pagare due euro il semplice taglio di un toast, e il caso è diventato un meme. La titolare del bar, Cristina Bianchi, si è difesa dicendo che tagliare quel toast non è stato semplice, perché era un toast con patatine fritte all’interno, poi sono stati utilizzati due piattini e due tovaglioli. BIanchi ha poi aggiunto che al momento di pagare il cliente non ha protestato e questo lo ha trovato strano, considerata la plemica che è esplosa dopo. “Gli avremmo spiegato che sta aumentando tutto e anche il tempo ha il suo costo. Se non lo avesse voluto pagare, non lo avremmo preteso”.
A proposito, vi ricordiamo che a breve sarà lanciata la nuova lotteria istantanea degli scontrini.
2 euro per il piattino di condivisione delle trofie a Finale Ligure
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Questo è un caso di cui ha parlato anche Selvaggia Lucarelli. A Finale Ligure, presso l’Osteria del Cavolo – nomen omen – la cliente di un ristorante aveva chiesto un piattino a parte per far assaggiare le trofie al pesto da lei ordinate alla figlia di tre anni che aveva già mangiato. Al momento di pagare, la cliente si è accorta che oltre al piatto di trofie – a 18 euro – erano segnati due euro di sovrapprezzo per “il piattino di condivisione”.
49 euro gonfiati a Como, la cliente sequestrata dal titolare
Un contorno di verdure scatena una lita tra una cliente e il titolare di un ristorante a Como, che la sequestra nel locale, chiudendo il cancello elettrico per impedirle di andarsene. La surreale disavventura è stata raccontata da Barbara, che era a cena con sua figlia di 12 anni, a QuiComo: “Ho ordinato del pesce alla griglia e ho chiesto quali contorni avessero. Mi hanno risposto che erano disponibili dei fagiolini o delle verdure grigliate e io ho chiesto se potevo avere un mix delle due cose. Al momento nel conto mi hanno però inserito due contorni, di cui uno misteriosamente al costo di 4 euro mentre nel listino sono tutti a 3,5. Per principio mi rifiuto di pagare e accenno in segno di protesta a lasciare il ristorante. Vengo placcata dal proprietario che chiude il cancello elettrico. Per poco non mi ha picchiato. Ho dovuto chiamare i carabinieri”. La figlia di Barbara era rimasta al di là del cancello elettrico e la lite tra la signora e il ristoratore è proseguita ad insulti, fino all’arrivo dei carabinieri. “Hanno cominciato a insultarmi e a darmi della ladra, anche a mia figlia che non c’entrava niente. Mi sembrava un film dell’orrore. Sono arrivati i carabinieri e io il conto l’ho pagato, mi hanno tolto l’antipasto in più a 4 euro. Dopo essere stata di fatto sequestrata la questione si è spostata su un altro piano”.
10 centesimi in più per un cappuccino senza schiuma, ad Ostia
Forse non sarà uno degli scontrini pazzi del 2023, ma è uno dei più bizzarri. A Ostia, una ragazza ha spiegato di aver ordinato un cappuccino con latte freddo ma al momento di pagare, le è stato battuto un extra di 10 centesimi perché, le ha spiegato il barista, essendo una bevanda senza schiuma, ha dovuto usare più latte. La ragazza ne ha parlato a Repubblica, ma ha chiesto di restare anonima perché ha dopo il suo post ha ricevuto dei messaggi minatori. La ragazza spiega che non ha voluto alzare un polverone per i dieci cent in più: “Per un buon cappuccino ho pagato anche cinque euro, ma dal listino prezzi sapevo quello che pagavo”
50 centesimi per il ghiaccio nel caffè a Pesaro
Un caffè con ghiaccio, 1 euro e 50 centesimi a Pesaro, con i 50 centesimi battuti proprio per il ghiaccio. Alla segnalazione gridata sulle pagine del Resto del Carlino, replica seccamente Sara Polverari, la titolare del bar Casa Soldano a Piazza del Popolo. “Non vedo cosa ci sia di strano. I 50 centesimi non sono per il ghiaccio ma per il servizio. Noi serviamo il caffè freddo con un piattino, un bicchiere con i cubetti di ghiaccio e un piccolo bricco di caffè a parte. Non è solo una tazzina con l’aggiunta di un cubetto. È un servizio diverso, dove rientrano anche la lavastoviglie, il servizio della ragazza… E inoltre, noi gestiamo un locale in pieno centro, potremmo marciare sui prezzi e nessuno potrebbe dire nulla, invece siamo forse gli unici rimasti a Pesaro che fanno pagare un caffè solo un euro. Un prezzo popolarissimo. Però il lavoro si paga”
63 euro per 3 pizze e bibite, ma divise per otto persone, a Genova: il rovescio della medaglia
Simone Sibo di Maria, titolare de La pizza di Egidio a Genova, parla del fenomeno dell’estate, quello delle condivisioni, ma lo fa mostrando il rovescio della medaglia. “Genova, 13 Agosto 2023. Prenotazione per otto persone alle 21.30 all’aperto. Due bambini e sei adulti maleducati come pochi. Tre pizze divise in otto piatti. Due acque, due bibite, tre birre e quattro caffè. Totale di spesa 63 euro, in un tavolo da 8 persone, a cena in un locale dove il coperto non si paga. Meno di 8 euro a persona, si sono indignati. Ci dite come si deve comportare il ristoratore in questi casi?”
845 euro per gnocco e tigelle in un chiosco a Maranello
Il 9 agosto 2023, ha fatto discutere lo scontrino di 845 euro battuto da un chiosco a Maranello per una cena di 24 persone (tra cui 11 bambini). Uno scontrino esorbitante, ingiustificato, secondo i clienti, i quali si sono lamentati di aver cenato solo con gnocco e tigelle delle bibite. La versione della titolare del chiosco però è diversa. La donna sostiene di non aver mai presentato un conto di 845 euro di 620, poi scontati a 585 per placare la lite, che era ormai arrivata a minacce.
Si tratta di storia surreale – ha spiegato la titolare del locale al Corriere di Bologna – “Lo scontrino da 585 euro, con un coperto di 1,5 euro a testa, dettaglia voce per voce quanto è stato portato in tavola, dai taglieri di salumi, alle bevande, passando per i cestini di gnocco e tigelle. Faccio presente che nel menù non è previsto gnocco e tigelle, ma lo prepariamo solo su richiesta e quella sera lo abbiamo proposto, avendo avuto la prenotazione anche da altri tavoli. Parliamo comunque di una spesa finale di 23,50 euro a testa, non mi pare eccessiva. Del resto nessuno ha mai presentato un conto da 800 euro, quello iniziale era di 620, uno sconto proposto sui coperti dei minorenni per evitare scenate. Una persona del gruppo ha addirittura minacciato di dar fuoco al mio locale tanto che ho pensato di rivolgermi al 112. A questo punto comunque diventa una questione di principio, in tanti anni non ho mai vissuto una situazione simile e sono pronta a dare mandato al mio avvocato per difendermi dalla diffamazione ricevuta”
Il Resto del Carlino riporta la versione di uno dei clienti: “Oltre a gnocco e alle tigelle, c’era qualche tagliere, ma tutt’altro che ricco e soltanto per quanto riguarda le bevande, cioè delle bottigliette d’acqua, delle bibite e qualche birra, abbiamo pagato 130 euro. Insomma, un salasso: quando ne siamo venuti a conoscenza, l’abbiamo fatto subito notare, perché ci sembrava un prezzo improponibile. Anche perché alcuni dei bambini che erano a tavola con noi sono molto piccoli e non mangiano di certo così tanto. La titolare dice di venirci incontro, togliendo così 260 euro. Il conto è stato diviso per 13 persone, escludendo chiaramente i bambini, quindi alla fine abbiamo pagato 90 euro a coppia e per quanto mi riguarda, è un prezzo esagerato per mangiare gnocco e tigelle in un chiosco. Anche in quel momento, mi sono insospettita: non ho capito nemmeno perché non siamo arrivati a una cifra tonda: su che base ha fatto questo sconto? Continuo a pensare che sia assurdo. Avvertirò la finanza dell’accaduto”.
La titolare sottolinea al Resto del Carlino che i 24 avevano mangiato tantissimo: “Hanno mangiato di tutto e di più, senza limiti: questo significa che non ho portato tre o quattro tigelle a testa, ma molte di più, fino a che tutti non avevano la pancia piena. Il tutto, arricchito da numerosi taglieri di affettato, dodici in tutto. Senza dimenticarci poi del bere”
60 euro due caffè e due bottigliette d’acqua a Porto Cervo
“Non è un semplice caffè, ma un’esperienza” così si sono giustificati i gestori del bar Portico all’Hotel Cervo, a Porto Cervo, quando due turisti romani hanno chiesto spiegazioni per lo scontrino da 60 euro su due caffè e due bottigliette d’acqua,battuto l’11 agosto 2023. Va detto che oltre ai caffè e l’acqua, come sottolinea Il Corriere, sono stati servite anche due coppette colme di cioccolatini
20 euro sullo scontrino per il taglio della torta, a Palermo
A Palermo, in un locale del centro, ad un gruppo di venti persone è stato battuto uno scontrino nel quale erano segnati 20 euro per il servizio di taglio della torta du compleanno, un dolce che tra l’altro era stato portato da casa dagli avventori in questione. Il tutto per un totale. Il Giornale di Sicilia sottolinea che il taglio è costato un euro a persona, a prescindere dal fatto che qualcuno abbia mangiato il dolce o meno.
100mila euro in un ristorante a Viareggio per un armatore e i suoi 23 ospiti
Agli inizi di luglio, la Nazione riporta la notizia di uno scontrino di 100mila euro battuto da un ristorante del centro di Viareggio, per una memorabile cena di pesce da un armatore del Medio Oriente, proprietario di uno yatch appena varato sulle acque della Toscana. L’uomo era con 23 invitati, tra amici, moglie e guardie del corpo e ha voluto festeggiare proprio il varo della sua imbarcazione, tanto che dopo aver prenotato e fatto presente al titolare che le sue richieste sarebbero state un po’ diverse dal solito, ha pasteggiato con un chilo e due etti di caviale, aragoste fatte arrivare dalla Sardegna, arselle, capesante, ricciola, rombo e quant’altro. Il tutto annaffiato da vini prestigiosi: magnum di Krug (Grand Cuvée), bottiglie di Petrus Grand Vin Pomerol 2015 e decine di magnum di Sassicaia che ha regalato agli ospiti. Alla fine, quando gli è stato presentato un conto da 74mila euro, l’armatore ha deciso generosamente di arrotondare a 100mila ordinando altre bottiglie.
Lo yatch varato dall’imprenditore in questione sarebbe uno di quelli esagerati, con cinema a bordo, vasche jacuzzi in ogni cabina e piscine.