Da alleati a nemici giurati, in poche ore. Il presidente Donald Trump ed Elon Musk, un tempo uniti da interessi comuni, si sono scambiati accuse violente sui social media, scatenando una crisi politica ed economica senza precedenti. In gioco ci sono miliardi di dollari, equilibri di potere e la reputazione di due tra gli uomini più influenti d’America.
Tutto è iniziato con una dura critica di Elon Musk alla proposta di legge repubblicana su tasse e spesa pubblica. Secondo Musk, il provvedimento – giudicato dal Congresso indipendente come capace di far salire il debito di oltre 2.400 miliardi di dollari – sarebbe una “abominevole schifezza”. Fino a quel momento, Musk e Trump avevano evitato scontri diretti, ma giovedì 5 giugno 2025 ogni freno è saltato.
La risposta di Musk è stata durissima. Prima ha accusato Trump di dire bugie sul contenuto della legge e ha rivendicato di aver speso milioni per farlo eleggere nel 2024 (“Senza di me, Trump avrebbe perso le elezioni. Che ingrato“).

Poi l’affondo più clamoroso. Ha scritto su X (ex Twitter) che Trump sarebbe presente nei file segreti legati al caso Epstein, il miliardario condannato per abusi sessuali, insinuando che questo sia il vero motivo per cui quei documenti non sono stati mai resi pubblici. “È ora di sganciare la bomba: Trump è nei file di Epstein”, ha scritto Musk. Dulcis in fundo, il “like” di Musk al commento di un utente che chiedeva l’impeachment di Trump.

Il presidente non è rimasto in silenzio. Su Truth Social, ha dichiarato di aver licenziato Musk da consigliere speciale perché era diventato “insopportabile”. Musk ha risposto: “Una bugia ovvia. Che tristezza”. Poco dopo, Trump ha anche revocato la nomina del candidato proposto da Musk per guidare la NASA, tagliando un altro ponte tra loro.
Nel frattempo, il mercato reagisce con il panico. Le azioni Tesla sono crollate del 15%, causando una perdita di 152 miliardi di dollari in capitalizzazione. Gli investitori temono che lo scontro possa bloccare progetti futuri, in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale e della guida autonoma, dove Musk contava su una collaborazione con il governo. Anche se alcune voci a Wall Street, come l’analista Dan Ives, restano fiduciose nel lungo termine, la tensione politica getta ombre sul futuro. E potrebbe essere solo l’inizio. Musk, infatti, ha ipotizzato di voler creare un suo partito politico.