Una battuta infelice su Ilaria Salis e le parole di Vittorio Feltri creano un incidente diplomatico con la città di Catanzaro. Durante un intervento sul canale TikTok di Il Giornale del 29 giugno scorso, l’ex direttore di Libero ha commentato l’outfit di Ilaria Salis nel suo primo giorno da parlamentare europea, dicendo:
“Sembra vestita come una cameriera di Catanzaro. Proprio la cosa più bassa che si possa immaginare“.
L’allusione alla mancanza di stile delle abitanti del capoluogo calabrese, con in più la nota classista nei confronti di un gruppo specifico di lavoratrici ha scatenato la reazione furibonda del primo cittadino di Catanzaro, Nicola Fiorita. Che ha annunciato azioni legali dal suo profilo Instagram:
“Vittorio Feltri il vero volto della Padania. Lo porteremo in tribunale per le sue inaccettabili offese alla nostra città e per le sue frasi razziste. Questi sono i campioni dell’autonomia differenziata. Si vergogni e se ha un minimo di decenza chieda scusa a Catanzaro e alle donne che sgobbano nei bar e nei ristoranti con grande dignità. Sempre più deciso alla resistenza contro la prepotenza e l’arroganza dei padani“.
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L’ultimo capitolo (forse) di questa vicenda è di ieri quando Feltri, intervenuto nel programma di Radio 24 La Zanzara, ha abbozzato delle scuse al sindaco di Catanzaro, presente in collegamento. Diciamo abbozzato perché la frase “Se si offende io le chiedo scusa“, è arrivata al termine di una chiacchierata in cui Feltri si è dimostrato poco conciliante. Queste le parole di Feltri riportate da Corriere della Calabria:
“Ma chi lo conosce il sindaco di Catanzaro?. Allora dovrei chiedere scusa anche alle casalinghe di Voghera. Non si possono citare le cameriere di Catanzaro? Ma siamo impazziti? Che me ne frega a me di Catanzaro e delle cameriere di Catanzaro? Sono come quelle di casa mia, sono cameriere. Ma quali estremi di querela? Allora le casalinghe di Voghera avrebbero dovuto querelare tutti gli italiani degli ultimi 50 anni“.
To be continued.