All’inizio era LGBT ma oggi si è evoluto in LGBTQIA+. Si tratta dell’acronimo che, nel corso del tempo, è andato a rappresentare diverse identità sessuali ed espressioni di genere. Andiamo a vedere, dunque, nel particolare il significato di ogni lettera che compone questa sigla destinata ad evolvere nel corso del tempo.
L: Lesbismo
La lettera L sta per lesbismo. Un termine che ha una derivazione antica, visto che si rifà alla cultura greca ed ellenista. Un mondo in cui l’amore non veniva categorizzato e, soprattutto, non veniva gravato dal giudizio morale. Nel 1890, però, è ripreso ed inserito in un dizionario medico di lingua inglese e usato anche in una serie di libri su psicologia e sessualità. E’ evidente come, in questo caso, l’approccio sia completamente diverso rispetto a quello degli antichi. Qui, infatti, è implicito un giudizio negativo e, soprattutto, il preconcetto che l’amore di una donna verso una persona del suo stesso sesso sua rapportabile ad una condizione deviata medica o psicologica.
G: Gay
La parola gay è stata utilizzata, per molto tempo, quasi esclusivamente come un’insulto. Almeno fino agli anni sessanta. In questo periodo, infatti, gli attivisti se ne impossessano per portare avanti la loro battaglia verso l’equiparazione dei diritti e, soprattutto, la libertà di vivere senza timore o menzogne la propria vita affettiva e sessuale. Non bisogna dimenticare, infatti, che per molti anni l’omosessualità è stata considerata un reato punibile con a detenzione o la castrazione chimica. Per combattere tutto questo, dunque, il termine gay è stato definitivamente accolto dagli uomini che sfidavano lo status quo con espressioni aperte dell’amore per persone del loro stesso genere.
B: Bisessualità
La bisessualità è sempre appartenuta al mondo antico senza creare nessun tipo di scandalo o rimostranza sociale. Un’esempio di questo è l’assenza di un termine che identificasse l’amore e l’attrazione provato per entrambi is essi. Diversamente, invece, è accaduto per l’era moderna. Il primo a creare il termine bisessualità, infatti, è il giornalista il giornalista austroungarico Karoly Maria Kertbeny. L’uomo, infatti, ha inserito la parola all’interno di una lettera indirizzata al ministro della giustizia prussiano, in seguito alla proposta di aggiungere alla costituzione una formulazione che proibisse l’attività sessuale omosessuale. Nel suo messaggio definisce innata l’attrazione per le persone verso lo stesso sesso esattamente come quella per il sesso opposto.
T: Transgender
Perché il termine Transgender entri a far parte dell’acronimo bisogna attendere gli anni 2000. Un lungo percorso, considerato anche il fatto che i trans sono sempre esistiti come identificazione di genere. Ad usarlo per prima, comunque, è stata Virginia Prince, un’attivista trans che sosteneva come sesso e genere fossero due identità distinte e separate.
Q: Questioning
Come molti altri termini, anche queer ha un’origine dispregiativa. Nonostante questo, però, dagli Novanta ha iniziato ad essere sempre più usata proprio all’interno del movimento per i diritti gay. Ma qual è effettivamente il suo significato? La Q viene usata per riferirsi al termine inglese questioning, ossia in cerca di risposte, come modo per riconoscere coloro che stanno esplorando il proprio genere o la propria identità sessuale.
I: Intersessualità
L’intersessualità va a rappresentare tutte quelle persone che caratteristiche sessuali diverse da quelle che sono considerate di solito maschili o femminili, sia a livello di cromosomi che di ormoni, apparati, genitali e altro. In questo senso, dunque, la categoria è piuttosto ampia e comprende casi diversi, alcuni dei quali legati proprio alla genetica. Un esempio sono le persone che hanno ghiandole sessuali, fatte sia di tessuto ovarico che testicolare, cioè sia delle ovaie femminili che dei testicoli maschili.
A: Asessualità
Terminiamo, per ora, con l’asessualità. Ossia una condizione più comune di quanto non si pensi in cui non sussiste alcun desiderio sessuale nei confronti di persone del proprio sesso o di quello opposto.
Non bisogna dimenticare, poi, il simbolo+, che va ad evidenziare proprio la mobilità e l’apertura di questa sigla, pronta ad aggiungere le altre possibili identità di genere e orientamenti sessuali. Uniche regole essenziali sono la libertà e il rispetto, come si evince dal Pride Month. La prima evidenzia anche il diritto di non appartenenza a nessuna di queste categoria. la seconda, invece, definisce l’essenza stessa delle battaglie sostenute, ossia il rispetto per le scelte degli altri, Qualsiasi esse siano.