Ian Lancaster Fleming è noto in tutto il mondo come l’inventore di James Bond, l’agente segreto 007, protagonista di una delle saghe letterarie e cinematografiche più iconiche del XX secolo. Ma chi era realmente? E soprattutto, data la sua grande capacità a raccontare certi ambienti, ebbe davvero legami con i servizi segreti?
Fleming nacque il 28 maggio 1908 a Londra, in una famiglia dell’alta borghesia britannica. Suo padre, Valentine Fleming, era un deputato conservatore morto in combattimento durante la Prima guerra mondiale. Ian fu educato nelle scuole più prestigiose del Regno Unito, tra cui Eton College, poi frequentò l’Accademia Militare di Sandhurst e soggiornò in Germania e in Austria per perfezionare le lingue.
Prima di diventare scrittore, Fleming fu giornalista per Reuters e poi banchiere, ma il capitolo decisivo della sua vita si apre durante la Seconda guerra mondiale. Dal 1939 al 1945 lavorò per il Naval Intelligence Division della Royal Navy, arrivando al grado di commander, proprio come il suo celebre personaggio. Il suo superiore diretto era l’ammiraglio John Godfrey, da molti ritenuto il modello per “M”, il capo di Bond.
Fleming non fu un agente sul campo nel senso cinematografico del termine, ma ideò operazioni di spionaggio, alcune delle quali classificate come segrete per anni. La più nota è la cosiddetta Operation Mincemeat, un piano di disinformazione che contribuì al successo dello sbarco alleato in Sicilia nel 1943 (fonte: National Archives UK).

Terminato il conflitto, Fleming si ritirò nella sua villa giamaicana, Goldeneye, dove scrisse Casino Royale (1953), primo romanzo della serie 007. L’opera ebbe immediato successo e l’autore continuò a scrivere, pubblicando 12 romanzi e 2 raccolte di racconti su James Bond. Il personaggio mescola realtà e fantasia. Alcune tecnologie, località e trame, infatti, sono ispirate a episodi vissuti o appresi durante il servizio militare.
Fleming fu noto per il suo stile di vita libertino, fatto di viaggi, donne, auto sportive e sigarette (fumava fino a 80 al giorno). Ebbe numerose relazioni, tra cui una lunga e controversa con Ann Charteris, moglie del barone Shane O’Neill, che sposò solo nel 1952 dopo la morte del primo marito e dopo il divorzio da il secondo, il visconte Rothermere, proprietario del Daily Mail. Il loro matrimonio fu turbolento e segnato da reciproche infedeltà. Dalla relazione nacque un solo figlio, Caspar Fleming, nel 1952, morto suicida nel 1975, all’età di 23 anni, dopo una lunga depressione.
Fleming morì il 12 agosto 1964 a Canterbury, a soli 56 anni, durante una breve vacanza a margine di una partita di golf, una delle sue altre passioni assieme al mare e al nuoto. Le cause della morte furono legate a problemi cardiovascolari. Aveva già avuto un grave infarto nel 1961 e morì in seguito a un secondo attacco di cuore, piegato da una vita di eccessi.
E dire che scelse il nome “James Bond” ispirandosi a un ornitologo americano, autore di un libro sugli uccelli dei Caraibi. Lo considerava un nome “semplice, maschile, noioso”, perfetto per una spia. Era affascinato dall’esoterismo, dalla simbologia e dagli ordini segreti: elementi che affiorano in diversi romanzi della saga.