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Home » Cultura » Storia » L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat è tratto da una storia vera (c’entra anche 007)

L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat è tratto da una storia vera (c’entra anche 007)

Ecco come gli inglesi si presero gioco dei nazisti con l'uso di un cadavere di un senza tetto. E con l'aiuto di 007 (quasi).
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino16 Febbraio 2025Aggiornato:16 Febbraio 2025
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Una scena di L'arma dell'inganno
Una scena di L'arma dell'inganno (fonte: Warner Bros.)
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Nel 1943, mentre la Seconda Guerra Mondiale infuriava, l’intelligence britannica ideò un ingegnoso stratagemma per ingannare i nazisti e assicurarsi il successo dell’invasione alleata in Italia. “Operazione Mincemeat” fu un piano di disinformazione così audace da sembrare uscito da un romanzo di spionaggio, eppure fu reale e contribuì in modo decisivo al corso del conflitto. Il film “L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat” ripercorre questa incredibile vicenda, rimanendo per lo più fedele ai fatti storici. Con una trama che mescola spionaggio, creatività e realtà cruda della guerra, la pellicola rivela come un semplice cadavere abbia potuto cambiare le sorti dell’Europa.

L’operazione nacque dall’esigenza degli Alleati di confondere i tedeschi sulle loro reali intenzioni. Nel luglio del 1943, il piano prevedeva di attaccare la Sicilia, un punto strategico cruciale per la campagna italiana. Tuttavia, per evitare un’accoglienza pesante da parte delle difese nemiche, due ufficiali dell’intelligence britannica, Charles Cholmondeley e Ewen Montagu, concepirono un elaborato diversivo: far credere ai nazisti che il vero obiettivo fosse la Grecia e la Sardegna.

Jock Horsfall e Charles Cholmondeley
Jock Horsfall e Charles Cholmondeley (fonte: Aston Martin Heritage)

La strategia prevedeva l’utilizzo di un cadavere vestito da ufficiale britannico, il fittizio Maggiore William Martin dei Royal Marines. Sul corpo furono collocati documenti falsificati che suggerivano un’invasione alleata in Grecia. Il corpo, in realtà appartenente a Glyndwr Michael, un senzatetto gallese morto per avvelenamento da veleno per topi, fu lasciato alla deriva al largo delle coste spagnole dalla sottomarino britannico HMS Seraph il 30 aprile 1943. La Spagna, ufficialmente neutrale ma con forti legami con la Germania, trovò il cadavere e fece giungere i documenti ai nazisti, che abboccarono alla trappola.

Per rendere la messinscena credibile, gli agenti dell’intelligence britannica aggiunsero dettagli realistici all’identità del falso maggiore: una fotografia della fidanzata inesistente, un biglietto per il teatro e una ricevuta per un anello di fidanzamento. La messa in scena fu così convincente che Adolf Hitler stesso ordinò lo spostamento di truppe verso la Grecia, indebolendo le difese della Sicilia. Quando gli Alleati sbarcarono in Sicilia il 9 luglio 1943 con 160.000 uomini, trovarono una resistenza molto inferiore al previsto, consentendo loro di conquistare l’isola in poco più di un mese. Questo successo portò alla caduta di Mussolini e accelerò la fine della guerra in Europa.

L’operazione ebbe tra i suoi protagonisti anche Ian Fleming, il futuro creatore di James Bond, allora impiegato nei servizi segreti della Marina britannica. L’idea di ingannare il nemico usando un cadavere era già stata teorizzata in un documento scritto dallo stesso Fleming, ispirandosi a un romanzo. Il successo dell’operazione influenzò poi il suo lavoro, contribuendo alla creazione di personaggi iconici come “M”, basato sull’Ammiraglio Godfrey, e “Q”, ispirato all’agente Charles Fraser-Smith, che progettò il contenitore speciale per conservare il cadavere.

Sebbene il film sia fedele alla realtà storica, include alcune licenze narrative, come una presunta rivalità sentimentale tra Montagu, Cholmondeley e Jean Lesley, una segretaria dei servizi segreti. Inoltre, il sospetto che Montagu fosse una spia russa, basato sui legami politici del fratello Ivor, non ebbe un impatto rilevante sull’operazione.

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