Il calendario, uno strumento che utilizziamo quotidianamente senza quasi pensarci, è molto più di un semplice elenco di date. È un complesso sistema che l’umanità ha sviluppato nel corso dei millenni per misurare e organizzare il tempo, scandendo il nostro vivere e definendo ritmi ciclici come giorni, mesi e anni. Ma come viene organizzato esattamente? Iniziamo con il dire che alla base c’è l’osservazione dei fenomeni astronomici, principalmente il movimento della Terra attorno al Sole e la rotazione della Terra su se stessa. Per questo è possibile avere dei calendari solari, come quello gregoriano, lunari, rappresentati da quello islamico e, per finire, lunisolari, dove si abbinano gli elementi lunari e solari come in quello cinese.
La distinzione più grande ricordata e registrata dalla storia, però, è quella tra calendario giuliano e calendario gregoriano. Il primo, come il suo nome lascia intendere, è stato introdotto da Giulio Cesare ed era basato su un anno di 365,25 giorni. Tuttavia, la durata effettiva dell’anno tropico è leggermente inferiore. Questa piccola discrepanza, nel corso dei secoli, ha causato uno sfasamento crescente tra il calendario e le stagioni.
Per risolvere il problema, dunque, Papa Gregorio XIII introduce il calendario gregoriano, apportando alcune correzioni:
- Anno bisestile: Il calendario gregoriano mantiene l’anno bisestile ogni quattro anni, ma introduce un’eccezione: gli anni secolari (come il 1700, 1800 e 1900) sono bisestili solo se divisibili per 400 (quindi il 2000 è stato bisestile, mentre il 2100 non lo sarà).
- Correzione della data: Per allineare il calendario con le stagioni, nel 1582 furono eliminati 10 giorni dal calendario giuliano.
Considerato tutto questo, dunque, il calendario gregoriano, che utilizziamo dal 1582, è più preciso tenendo conto della durata effettiva dell’anno tropico con maggiore accuratezza. In sostanza, dunque, lo sfasamento tra il calendario e le stagioni sarà molto più lento, richiedendo ulteriori correzioni solo dopo migliaia di anni.