Diane Arbus è stata una delle fotografe più originali del ‘900. Nata Diane Nemirov, prese poi il cognome del marito, Allan Arbus, a sua volta fotografo. Gli scatti di Diane Arbus si caratterizzavano tutti per i loro soggetti, figure umane molto distanti dalla normalità, emarginate, strane. Diane immortalò giganti, clown, nudisti, persone trans. Tra le sue fotografie più famose c’è quella delle gemelle Cathleen e Colleen Wade, pubblicata nel 1967.
Le bimbe sono in piedi una vicina all’altra. Indossano un vestito di velluto a coste e calze bianche. I capelli sono scuri, gli occhi, al contrario quasi trasparenti. Sono uguali, se si eccettua per l’espressione. Una sorride, l’altra è quasi rabbuiata.
Come nacque la foto? In un party natalizio organizzato da madri di gemelli, nel 1966, Arbus fu catturata dalle sorelle Wade. Così, le fece posare davanti a una parete bianca. Il risultato? Impossibile da definire. Bello per certi versi, ma con un’aura non proprio confortante. Tanto che i genitori delle piccole per molto tempo nascosero la foto, convinti che fosse davvero brutta.
Invece, lo scatto passò alla storia non solo per l’allure vagamente angosciante, ma anche perché, pare, fu tra le ispirazioni di Stanley Kubrick in Shining. Kubrick, che prima di diventare regista fu un fotografo altrettanto talentuoso, amava le opere di Arbus, che conobbe personalmente. E decise non tanto di utilizzare l’idea delle gemelle per rappresentare le sorelline Grady uccise dell’Ovelook Hotel, che poi tornavano a tormentare il piccolo Danny con la famosa frase “Vieni a giocare con noi. Per sempre“. Con la battuta intervallata dalle visioni di Danny delle bambine uccide dall’ascia del padre. Quanto di lasciarsi andare alla suggestione del suo assistente, Leon Vitali, che per la parte delle sorelle presentò al Maestro due gemelline, Lisa e Louise Burns.
Nel romanzo di Stephen King non c’era scritto che si dovesse trattare di gemelle, ma Kubrick, una volta viste le Grady, non ci pensò su due volte. Come riportato da Far Out magazine, Leon Vitali, assistente di Kubrick, disse:
“Era così colpito da loro e da quanto fossero inquietanti. Non faceva che parlare di come gli ricordassero una famosa fotografia di Diane Arbus con le gemelle identiche“.
Arbus era attratta dalla strana normalità incarnata dalla gemelle, da quella fusione tra identità. Un meccanismo familiare e disagevole al tempo stesso. Quello stesso sentimento che Kubrick voleva far suo in Shining. Così, appena vide le due attrici, le scritturò quasi all’istante.
Dunque, non un omaggio diretto, ma una sorta di innamoramento artistico. Del resto, la moglie di Kubrick Viviane, in un’intervista al The Guardian rivelò che non ci fosse alcuna suggestione particolare. Ma che suo marito le aveva scelte solo perché così le immaginava nella sua testa.
Diane Arbus morì il 26 luglio del 1971, giorno del compleanno di Stanley Kubrick, togliendosi la vita in una vasca da bagno. Qualcuno volle vedere la fotografa nella figura di donna che Jack Torrance trovò nella vasca della stanza 207. Ma a questo, però, non riusciamo a credere.