Nel 1943, il mondo accolse Il Piccolo Principe, un’opera apparentemente semplice che racchiude riflessioni profonde sulla vita, l’amore e l’essenza delle relazioni umane. Antoine de Saint-Exupéry, l’autore, fu un uomo dalla vita straordinaria: aviatore, scrittore e sognatore. La sua opera più celebre, scritta durante l’esilio negli Stati Uniti, è un’intensa metafora della condizione umana, capace di parlare sia ai bambini sia agli adulti. Ed è stata completamente imbevuta delle sue esperienze.
Antoine de Saint-Exupéry nacque nel 1900 a Lione, in una famiglia aristocratica. Fin da piccolo, mostrò un’indole creativa, scrivendo poesie e immaginando invenzioni. La passione per il volo sbocciò a 12 anni, quando sperimentò il suo primo viaggio in aereo. Questa passione influenzò profondamente la sua vita e la sua scrittura. Così come la morte del padre Jean nel 1904 e quella del fratello minore François, a cui era molto legato, nel 1917.
Dopo aver abbandonato gli studi di architettura, si dedicò al volo postale per la compagnia Aéropostale, affrontando missioni rischiose in Africa e Sud America. Le sue esperienze ispirarono i suoi primi successi letterari, tra cui Volo di notte (1931) e Terra degli uomini (1939).
La vita personale di Saint-Exupéry fu altrettanto avventurosa. Sposò Consuelo Carrillo, una donna appassionata e complessa, vedova, originaria di El Salvador, che ispirò la rosa del Piccolo Principe. La loro relazione fu tumultuosa, segnata da periodi di separazione e passioni travolgenti. Nel suo libro di memorie, Consuelo rivela che Saint-Exupéry le propose di sposarlo la stessa notte del loro incontro a Buenos Aires. Lei fuggì in Francia e lui la seguì, portando con sé, secondo alcune fonti, un puma come regalo.
Lo scrittore ebbe molte amanti. Una di queste, Nelly de Vogüé, scrisse una biografia di Saint-Exupéry nel 1949 con lo pseudonimo di Pierre Chevrier. Al contrario, le memorie di Consuelo, The Tale of the Rose, furono meno gentili, rivelando il lato donnaiolo e infantile dell’uomo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Saint-Exupéry si rifugiò negli Stati Uniti, dove scrisse gran parte de Il Piccolo Principe in una villa a Long Island. Gli amici ricordano che l’autore scriveva di notte, condividendo spesso i suoi progressi in chiamate notturne. Tuttavia, il periodo americano non fu felice. Saint-Exupéry fece ben poco per imparare l’inglese e si affidò pesantemente al suo editore e agli amici per cavarsela.
La trama del libro si snoda attorno all’incontro tra un aviatore disperso nel deserto del Sahara e un misterioso bambino, il Piccolo Principe. Proveniente dall’asteroide B-612, il principe racconta le sue avventure, le sue scoperte sui diversi pianeti e il suo amore per una rosa.
Ogni pianeta visitato dal principe rappresenta una critica alla società adulta: il re egocentrico, il vanitoso, il bevitore, il businessman, il lampionaio e il geografo offrono lezioni universali. La figura del principe stesso, con il suo sguardo ingenuo e le sue domande profonde, invita il lettore a riscoprire la meraviglia e il significato delle cose semplici.
Il libro riflette molte esperienze personali dell’autore. Il deserto, ad esempio, è un luogo simbolico per Saint-Exupéry, che vi sopravvisse dopo un incidente aereo nel 1935. Ricordando la sua capanna a Capo Juby nel Sahara occidentale, oggi conosciuta come Tarfaya in Marocco, Saint-Exupéry scrisse: “Non ho mai amato la mia casa più di quando vivevo nel deserto“. La rosa, invece, rappresenta Consuelo, mentre il serpente e la volpe incarnano temi di sacrificio e amicizia.
Le illustrazioni, create dallo stesso Saint-Exupéry, sono diventate iconiche e accompagnano perfettamente il testo, contribuendo alla magia del racconto. Lo scrittore aveva disegnato il piccolo personaggio più e più volte, su ricevute, tovaglie e pezzi di carta, fin dalla sua giovinezza.
I manoscritti originali mostrano che Saint-Exupéry scrisse e tagliò una scena in cui il Piccolo Principe incontra un uomo che lotta per completare un cruciverba.
Quando fu pubblicato, Il Piccolo Principe ebbe un’accoglienza contrastante. Molti critici si chiesero se fosse una fiaba per bambini o un racconto filosofico per adulti. Tuttavia, l’autrice di Mary Poppins, P.L. Travers, ne colse l’essenza, scrivendo che il libro avrebbe “illuminato i bambini con una luce laterale” e colpito gli adulti “in un luogo che non è la mente”.
Saint-Exupéry scomparve misteriosamente nel 1944 durante una missione aerea. Il suo aereo fu ritrovato solo decenni dopo, ma il corpo non venne mai recuperato. La sua morte, avvolta nel mistero, ha contribuito a creare un’aura leggendaria attorno al libro. Nel settembre 1998, un braccialetto con il nome di Saint-Exupéry e l’indirizzo del suo editore di New York fu scoperto nel Mar Mediterraneo da un pescatore di nome Jean-Claude Bianco.
Nell’Ungheria comunista, il libro fu bandito nel 1957, poiché considerato nostalgico, assurdo e morboso.
Il Piccolo Principe è stato tradotto in oltre 300 lingue, rendendolo uno dei testi più tradotti al mondo.
L’aeroporto di Lione si chiama Lyon-Saint Exupéry Airport in onore dell’aviatore.
Si stima che Il Piccolo Principe abbia venduto 200 milioni di copie in tutto il mondo.