Fino a poco tempo fa il Manoscritto di Voynich era il libro più misterioso del mondo. Questo perché è rimasto indecifrato per ben 600 anni. Oggi, grazie al lavoro della dottoressa Eleonora Matarrese, i suoi segreti non sono più tali. Il manoscritto è infatti un prezioso compendio di botanica. Proviamo allora a raccontare la sua storia.
Dall’Italia a Yale
Il codice illustrato, come dimostrato dal test al carbonio, risale al XV secolo. Il nome del libro viene dal mercante di libri rari Wilfrid Voynich che nel 1912 acquistò il pregiato manoscritto dal Collegio Romano dei Gesuiti di Villa Mondragone, a Frascati. Voynich fu incuriosito dalla presenza di una lettera scritta dal rettore dell’Università di Praga, nonché medico reale di Rodolfo II di Boemia, Jan Marek Marci, allo studioso Athanasius Kircher, uno storico tedesco vissuto nel XVII secolo. Gli si chiedeva di tradurre il volume. Kircher non riuscì. E il libro rimase intatto in una teca della Biblioteca Beinecke dell’Università di Yale, dove è rimasto fino a oggi.
A questo punto interviene l’ingegno di Eleonora Matarrese, specializzata in Filologia Germanica e docente di Fitoalimurgia e Etnobotanica presso il DiSSPA dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. La quale, pazientemente, ha ricostruito il senso del Manoscritto di Voynich.
Quattro trattati in uno
Anzitutto, Matarrese ha individuato il luogo di pubblicazione dell’opera, ovvero la località Timau/Tschilbong in provincia di Udine, in Carnia. Svelando come le immagini disegnate appartenessero al mondo germanico. E, infine, la presenza di un lunario antico. Successivamente ha scoperto la lingua in cui è stato scritto, una forma dialettale di tedesco, con influenze slovene.
Da questi punti di partenza è arrivata alla decifrazione vera e propria del libro composto da quattro trattati: un erbario, un lunario, un trattato di scienza idraulica e un trattato agronomico.
Matarrese ha usato come traccia gli incunaboli (antichi libri stampati con caratteri mobili) della Biblioteca Universitaria di Pavia. E il volume Gart der Gesundheit, opera del 1485 di Johann Wonnecke von Kaubes, uno dei primi erbari stampati.
Grazie a queste associazioni e alle somiglianze linguistiche le è stato possibile decifrare il codice.