Quella di Carlo Acutis, nato il 3 maggio 1991 a Londra, è la storia vera di un ragazzo che ha dedicato la sua breve vita alla fede cristiana, seguendone i valori morali e applicandone i precetti, nell’aiuto disinteressato del prossimo. Carlo fu fra i primi a utilizzare Internet nella divulgazione dei valori di vita cattolici; dopo una vita intensa fra Milano e Assisi, il giovane è morto il 12 ottobre 2006, a causa di una leucemia fulminante, per poi essere tumulato, a seguito di sue precise volontà, nel cimitero comunale della città umbra. In considerazione della sua eccezionale devozione cristiana, Carlo avrebbe presto raccolto attorno al suo nome, una volta defunto, una folta schiera di devoti, e sarebbe stato proclamato Beato il 10 ottobre del 2020; la sua ricorrenza cade due giorni dopo, il 12 ottobre, nell’anniversario della sua scomparsa.
Carlo Acutis nasce a Londra nel 1991; i suoi genitori sono Andrea Acutis, dirigente di banca, e Antonia Salzano; il bambino, che prese il nome dal nonno, proprietario della Vittoria Assicurazioni, mostrò sin dai primi anni di vita un peculiare interesse per la religione cattolica, come ricorda la madre: “Il primo peluche che gli regalai, dopo la nascita il 3 maggio 1991 a Londra, era un agnellino. E la torta per il Battesimo, celebrato il 18 maggio, la scelsi a forma di agnello. Ripensandoci dopo, lo rappresentavano: lui si è offerto, aveva fatto sua la spiritualità eucaristica fin da piccolino, a tre anni, manifestò il suo amore per Gesù e mi chiedeva di entrare in chiesa per salutarlo; voleva portare i fiori alla Madonna. Io mi sono riavvicinata alla fede grazie a lui e ho cominciato a frequentare corsi di teologia“.
Lo sviluppo della fede in Carlo è tanto precoce che già a 7 anni, nell’estate del 1998, tornato in Italia, a Milano, riceve il sacramento della Prima Comunione, in anticipo sui pari età, per intercessione di Don Ilio Carrai, direttore spirituale dell’Istituto Suore Marcelline dove Acutis frequentava la scuola dell’obbligo: “A Milano un sacerdote anziano, devoto come noi alla Madonna di Pompei, mi chiese di sostituire nella sua parrocchia una suora catechista della prima Comunione che si era dovuta assentare. Chiesi di poter portare con me mio figlio, che aveva sei anni. Dopo un anno il prete lo trovò talmente maturo nella fede da concedergli di poter fare la prima Comunione in anticipo nel monastero delle Romite ambrosiane. Quel giorno, mentre andavamo alla celebrazione, un pastore attraversò la strada con un agnellino in braccio“.
Concluso il cursus honorum scolastico obbligatorio, Carlo si iscrisse al liceo classico presso il prestigioso istituto Leone XIII a Milano, dove iniziò a interessarsi di informatica, creando e gestendo in prima persona diversi siti internet legati a istituti religiosi locali, come la vicina Parrocchia di Santa Segreta, o lo stesso plesso scolastico; in quel periodo Carlo prestò anche la sua opera come Catechista per la preparazione dei ragazzi alla Prima Comunione. Molto devoto alla Madonna, recitava quotidianamente il Rosario; altra figura di riferimento per lui era S. Francesco, patrono della città di Assisi dove Carlo era solito trascorrere i periodi di vacanza. L’impegno verso i deboli e gli emarginati divenne fin da subito una delle caratteristiche fondanti della sua attività religiosa; l’attenzione verso gli umili si concretizzava in azioni ben precise, come ricorda la madre:
“Soccorreva i clochard per strada, che dormivano sotto la nostra chiesa, spesso d’inverno si mettevano col cartone a dormire, adesso non lo fanno quasi più, ma quando Carlo era più piccolo, spesso, mi ricordo che alcuni venivano tutte le sere a dormire, ecco allora Carlo cosa faceva? Comprava i sacco a pelo, comprava le coperte… poi si era organizzato con dei recipienti a seconda della persona, quindi… scriveva il nome, magari gli portava delle bevande calde, gli portava da mangiare…”.
Affascinato dal simbolo eucaristico, che chiamava “la mia autostrada verso il Paradiso”, Carlo realizza, con l’aiuto dell’Istituto San Clemente I Papa, una mostra itinerante sui miracoli della Comunione, che ottiene un successo strepitoso: “facendo tappa nei più grandi santuari, da Guadalupe a Lourdes e Fatima. Solo negli Stati Uniti ha girato diecimila parrocchie con un successo di pubblico straordinario, anche dopo la sua morte”.
Carlo, agli inizi di ottobre del 2006, accusa un malessere inizialmente ricondotto ad una influenza; la diagnosi è però spietata; leucemia fulminante M3. Il 12 dello stesso mese, muore all’Ospedale S. Gerardo di Monza. Poco prima di spirare, pronuncia queste parole alla madre, lì presente con lui: “Offro tutte le sofferenze che dovrò patire, al Signore, per il Papa e per la Chiesa, per non fare il Purgatorio e andare dritto in Paradiso“. Già nei giorni precedenti, però, Carlo, era venuto a patti con il suo destino: “Sono contento di morire perché nella mia vita non ho sciupato neppure un istante in cose che non piacciono a Dio“.
Pochi mesi prima di scoprirsi malato, Carlo aveva girato un filmato, poi divenuto emblematico, in cui sembra quasi preannunciare la propria morte, con serenità e scanzonata naturalezza; “Oggi sono qui, peso 70kg e sono destinato a morire”, sono le sue parole. La madre vede in questo semplice messaggio un preciso significato, ma confessa che l’intuito del figlio lo aveva portato a preconizzare la propria sorte già da tempo: “Lui è morto che pesava 70kg e fa questo video, tutto contento, tutto felice, guarda il cielo, sembra quasi che… una cosa per lui naturale
“Carlo era allegro, simpatico, diceva tante cose, noi lo ascoltavamo e ci facevamo caso il giusto. Aveva predetto anni prima come sarebbe morto. Aveva una grande capacità intuitiva e spesso parlava di cose prima che accadessero; perché non so. So che ha vissuto una grande dimensione spirituale ed una vita coerente. Segni? Tanti. Continui. Il più bello? Mi è apparso in sogno dicendomi che sarei stata di nuovo mamma ed oggi ho accanto a me i due gemelli che sono arrivati undici anni fa”
La figura di Acutis raccoglie sin da subito attorno a sé un’incredibile schiera di devoti, che si richiamano a lui per raccomandazioni e denotano miracoli avvenuti a suo nome; nel 2013, la Curia dà avvio all’Inchiesta Diocesana, la procedura ufficiale per la determinazione della legittimità di un’istanza di beatificazione; perché essa venga accolta, è necessario l’accertamento di almeno un miracolo, avvenuto per intercessione del soggetto di cui si chiede la beatificazione, da parte di una commissione mista formata da religiosi ed esponenti della professione medica.
Nel caso di Carlo, fu ritenuto miracoloso il caso di un bambino brasiliano di tre anni, affetto da una patologia al fegato. Sul sito ufficiale del Dicastero per le Cause dei Santi, si legge: “Il piccolo, sin dalla nascita, avvenuta nel 2010, soffriva di importanti disturbi all’apparato digerente. Nel 2012 un esame clinico evidenziò una rara anomalia anatomica congenita del pancreas. A causa di questa patologia, la vita del bambino era caratterizzata da scarsa crescita e difficoltà nell’alimentazione. Più volte fu ricoverato per disidratazione e per processi infiammatori. Solo un intervento chirurgico avrebbe potuto eliminare il problema.
L’intervento però non fu mai effettuato, poiché nel 2013, dopo che il piccolo infermo ebbe toccato una reliquia di Carlo Acutis (un lembo del pigiama insanguinato in cui il giovane era morto, ndr)si registrò un sorprendente viraggio e la ripresa della normale crescita staturo-ponderale. Esami clinici, eseguiti negli anni successivi, rilevarono che il pancreas non presentava più il problema anatomico iniziale, senza che fosse stato praticato alcun intervento chirurgico, come sarebbe stato necessario per eliminare i disturbi funzionali. L’iniziativa dell’invocazione era stata presa dal parroco di S. Sebastiano in Campo Grande e dai genitori del bambino“. Dopo la conclusione del’iter burocratico, Carlo fu quindi dichiarato beato il 10 ottobre 2020.