Gli specchi hanno affascinato l’umanità per secoli, non solo per la loro capacità di riflettere (letteralmente) la realtà, ma anche per i misteri e le superstizioni che li circondano. Alcune credenze sostengono che possano essere veri e propri portali dimensionali, collegamenti tra il nostro mondo e altre realtà. Ma cosa c’è di vero in queste teorie? L’idea che gli specchi siano più di semplici superfici riflettenti è radicata in molte culture antiche.
Nella tradizione taoista cinese, gli specchi sono considerati strumenti per respingere gli spiriti maligni, ma anche possibili passaggi per entità sovrannaturali. Nell’Antica Roma, invece, si credeva che la vita si rinnovasse ogni sette anni. Ecco perché rompere uno specchio interrompeva questo ciclo vitale, richiedendo sette anni per portare equilibrio. Nel medioevo europeo si credeva che gli specchi potessero imprigionare l’anima di chi vi si rifletteva, motivo per cui si usava coprirli dopo la morte di una persona. Nel tempo, poi, numerose leggende raccontano di specchi che mostrano dimensioni parallele o che permettono di comunicare con entità di altri mondi.

Curiosamente, l’idea dello specchio come portale è stata ripresa da romanzi, film e videogiochi. Opere come Alice attraverso lo specchio di Lewis Carroll o film horror come Oculus hanno alimentato l’immaginario collettivo su questa possibilità.
Varie teorie pseudoscientifiche suggeriscono che gli specchi possano alterare la percezione della realtà attraverso illusioni ottiche o effetti psicologici, come il fenomeno della “dissociazione dello specchio” descritto in alcuni studi di neuropsicologia. Tuttavia, non esistono prove concrete che dimostrino l’esistenza di dimensioni parallele accessibili tramite superfici riflettenti.
Parlando invece di scienza, alcuni esperimenti scientifici hanno dimostrato che guardarsi a lungo in uno specchio in condizioni di luce tenue può causare allucinazioni. Questo fenomeno, noto come effetto Troxler, fa sì che il cervello distorca l’immagine riflessa, generando figure mostruose o sconosciute. È probabile che molte storie su specchi “magici” abbiano origine da questo effetto psicologico.