Pablo Neruda sarebbe stato avvelenato: a cinquant’anni dalla morte del poeta emerge una tragica verità. Il Premio Nobel cileno, spiega suo nipote Rodolfo Reyes. morì il 23 settembre 1973 per avvelenamento da botulino su commissione del dittatore Augusto Pinochet.
Da anni l’avvocato Rodolfo Reyes, nipote di Neruda, lavorava al caso e ora ha anticipato i risultati delle analisi effettuate tra Canada e Danimarca da un pool di esperti: “Sappiamo che il clostridium botulinum non avrebbe dovuto essere presente nelle ossa di Neruda e quindi possiamo dire che è stato assassinato da agenti dello Stato cileno nel 1973″. Reyes continua a parlare a El Pais: “Posso dirlo perché conosco i rapporti. Lo dico io come avvocato e nipote, con molta responsabilità, perché al momento il giudice non può ancora dirlo, perché deve avere tutte le informazioni. Questo è ciò che stavamo aspettando, perché il panel di esperti del 2017 aveva già trovato il clostridium botulinum. Ora è stato dimostrato che era endogeno e che è stato collocato o iniettato”.
Da diversi anni ci si interrogava sulla morte di Pablo Neruda dopo che il suo autista e guardia del corpo, Manuel Araya, aveva svelato che il poeta sarebbe stato ucciso su commissione di Pinochet, pochi giorni dopo il golpe nella clinica Santa Maria a Santiago, attraverso una misteriosa iniezione. La prima perizia era arrivata nel 2013 e aveva decretato la morte del poeta per un tumore alla prostata. Due anni dopo però il nipote ottenne un supplemento di inchiesta e per questo furono riaperte le indagini che portarono alla scoperta del batterio fatale.