Come avete notato agli Europei di Calcio in corso in Germania, i giocatori della nazionale spagnola non cantano l’inno. Non è una questione irrispettosa. Semplicemente, l’inno spagnolo non ha un testo. E questo perché negli anni è stato difficile trovare delle parole che potessero rappresentare tutte e tutti. Nei secoli, infatti, i sovrani spagnoli, e soprattutto il dittatore Francisco Franco, hanno provato a dare la loro impronta all’inno. Lasciarlo senza parole, in particolare dopo il regime del Caudillo, voleva essere un invito superare le sanguinose divisioni che avevano segnato la società civile. E lasciare che solo la musica rappresentasse l’unità del popolo.
Le prime tracce della Marcha Real, nota anche come nota anche come Marcha de Granaderos o Marcha Granadera, è l’inno nazionale della Spagna, si hanno a partire dal 1761, anche se l’identità dell’autore non è certa. Alcune fonti parlano di Manuel de Espinosa.
E dire che alcune delle personalità culturali più importanti di Spagna ci avevano provato. Il drammaturgo Ventura de la Vega, per esempio scrisse alcuni versi nel 1843: “Venite spagnoli, venite al grido. Dio salvi la regina, Dio salvi il nostro paese“.
Ci provò anche Eduardo Marquina sotto il regno di Alfonso XIII:
“Gloria, gloria, corona della Patria
sovrana luce
che è oro nel tuo Stendardo.Vita, vita, futuro della Patria,
che nei tuoi occhi è
cuore aperto.Porpora e oro: bandiera immortale;
nei tuoi colori, insieme, carne ed anima stanno.Porpora e oro: volere e riuscire;
Tu sei, bandiera, il segno dell’umano anelito.Gloria, gloria, corona della Patria
sovrana luce
che è oro nel tuo Stendardo.Porpora e oro: bandiera immortale;
nei tuoi colori, insieme, carne e anima stanno“.
Come detto anche il regime franchista ha voluto il “suo” inno con il testo di José María Pemán, molto nazionalista e retorico, che vi riportiamo:
“Viva la Spagna!
Alzate le braccia, figli
del popolo spagnolo,
che ritorna a sorgere.Gloria alla Patria che seppe seguire
sopra l’azzurro del mare il cammino del soleTrionfi la Spagna
Le incudini e le ruote
cantano a ritmo
dell’inno della fedeInsieme con loro cantiamo in piedi
la vita nuova e forte del lavoro e della paceViva la Spagna!
Alzate le braccia, figli
del popolo spagnolo,
che ritorna a sorgere.Gloria alla Patria che seppe seguire
sopra l’azzurro del mare il cammino del Sole“.
Ed eccoci ai giorni nostri, con la data spartiacque per la Spagna, la caduta di Francisco Franco morto il 20 novembre del 1975. Da quel momento si decise lasciare la Marcha Real come inno nazionale, ma senza un testo ufficiale. Tuttavia, nel 2008 fu compiuto un ultimo passo per trovare un testo per la Marcha Reale. Ma il concorso pubblico indetto dal Comitato Olimpico Nazionale non ebbe successo.