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Home » Cultura » Storia » Atene e Sparta e la loro “rivalità” sanguinosa: come nacque?

Atene e Sparta e la loro “rivalità” sanguinosa: come nacque?

Ideali opposti, eserciti potenti e una guerra sanguinosa che ha segnato la storia greca. Ecco come e perché è nato il conflitto.
Tiziana MorgantiDi Tiziana Morganti15 Aprile 2025
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Atene e Sparta
Due guerrieri antichi che combattono (fonte: Osservatore Romano)
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Nell’antica Grecia, tra il V e il IV secolo a.C., due città-stato emergono come potenze dominanti: Atene, cuore pulsante della democrazia e della cultura, e Sparta, simbolo della disciplina militare e dell’oligarchia. Nonostante l’appartenenza alla stessa civiltà e la condivisione di lingua e religione, però, le due polis sono profondamente diverse per valori, struttura sociale e ambizioni politiche. E proprio da queste differenze nasce una delle rivalità più celebri e sanguinose dell’antichità, culminata nella Guerra del Peloponneso.

Il contrasto tra Atene e Sparta, però, non è stato solo militare, ma soprattutto ideologico. Atene, infatti, rappresentava l’innovazione con la sua democrazia diretta e il fiorente ambito culturale, filosofico e commerciale. La sua potenza, in particolare, si fondava sulla flotta navale e sull’influenza esercitata attraverso la Lega Delio-Attica, un’alleanza tra città-stato guidata proprio da Atene con lo scopo dichiarato di proteggere la Grecia dalla minaccia persiana. Questa, però, si trasforma ben presto in uno strumento di dominio ateniese.

L' Acropoli di Atene, simbolo del potere politico e religioso della città
L’ Acropoli di Atene, simbolo del potere politico e religioso della città – Pixabay

Sparta, da parte sua, era una oligarchia militarista, chiusa verso l’esterno, con una struttura sociale rigida. La sua forza risiedeva in un esercito di fanteria disciplinato e temuto. I cittadini, ossia gli Spartiati, si dedicavano esclusivamente all’arte della guerra, mentre la popolazione ilota, servi di stato, provvedeva al sostentamento agricolo. Ma cosa ha portato queste due realtà così diverse ma figlie della stessa cultura a scontrarsi? Il timore spartano per l’espansionismo ateniese è stato il primo vero motore della rivalità. Sparta, infatti, vedeva con crescente sospetto l’influenza politica e culturale ateniese, temendo che potesse minacciare l’equilibrio delle alleanze e la propria leadership nel Peloponneso.

Il conflitto tra le due polis, dunque, è inevitabile e si esprime in vari modi: competizione diplomatica, manovre strategiche e infine guerra aperta. La tensione sfocia in quella che viene ricordata come la Guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), una lunga e sanguinosa serie di battaglie, alleanze e tradimenti che ha sconvolto gran parte del mondo greco. Sparta, in particolare, guida la Lega Peloponnesiaca, un’alleanza conservatrice di città-stato che si oppongono alla crescente egemonia ateniese. La guerra è combattuta su più fronti: Atene utilizza la sua potente marina per bloccare porti e controllare le rotte commerciali, mentre Sparta punta sulla superiorità terrestre e sulle incursioni nel territorio attico.

Una svolta decisiva, però, arriva quando Sparta ottiene l’appoggio finanziario della Persia, nemica storica dei Greci. Con queste risorse, riesce a costruire una flotta e a colpire Atene sul mare, ponendo fine all’assedio prolungato della città. La caduta di Atene nel 404 a.C. sancisce la vittoria spartana, ma non la fine delle ostilità tra le polis greche. Anche se la Guerra del Peloponneso rappresenta il punto culminante dello scontro, però, la rivalità tra Atene e Sparta si sviluppa nel tempo.

Questa, infatti, pur vittoriosa, non riesce a mantenere a lungo la supremazia. La fragile egemonia spartana vien messa in discussione da nuove coalizioni e da città emergenti come Tebe, portando la Grecia in un periodo di instabilità politica e frammentazione. Alla fine, è Filippo II di Macedonia a porre fine all’egemonia delle polis, unificando la Grecia sotto il suo dominio verso la fine del IV secolo a.C.

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