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Home » Cultura » Storia » Chi era Yuri Gagarin il primo uomo lanciato nello spazio

Chi era Yuri Gagarin il primo uomo lanciato nello spazio

Il 12 aprile 1961 il primo uomo veniva lanciato nello spazio: si trattava del cosmonauta sovietico Jurij Gagarin.
Gabriella DabbeneDi Gabriella Dabbene12 Aprile 2025
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Il cosmonauta Jurij Gagarin
Il cosmonauta Jurij Gagarin (fonte: Alexander Zemlianichenko/2011 AP)
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Il XX secolo ha visto l’umanità avventurarsi per la prima volta nelle profondità dello spazio, procedendo in modo lento ma determinato alla sua esplorazione; e sono tante le missioni che hanno portato avanti questo percorso, tenendo tutto il mondo con il fiato sospeso. Oggi però si festeggia l’anniversario della missione che a questo percorso ha dato inizio: il 12 aprile 1961 partiva infatti dal cosmodromo di Baikonur (Kazakistan) l’astronave sovietica Vostok 1, con a bordo il cosmonauta Jurij Gagarin, che di lì a poco sarebbe diventato famoso come il primo uomo della storia a essere lanciato nello spazio.

Jurij Gagarin nasce nel 1934 nel piccolo villaggio di Klušino, oggi in Russia e all’epoca nell’Unione Sovietica, terzo di quattro figli. Nel 1941, quando è ancora bambino anche il suo villaggio viene occupato dalle forze naziste che avanzano verso Mosca: un ufficiale occupa la casa dei Gagarin, che sono costretti a vivere fino al termine del conflitto in una minuscola capanna di fango. Nel 1946 Jurij può riprendere gli studi dopo che la sua famiglia si trasferisce a Gžatsk, capoluogo della regione: dopo aver conseguito il diploma di metalmeccanico egli sviluppa una passione per il volo, iniziando a prendere lezioni di pilotaggio mentre lavora come marinaio per mantenersi.

Nel 1955 viene ammesso a una scuola militare aeronautica per piloti, e l’anno seguente è già qualificato per pilotare un MiG-15; dopo un paio di voli poco fortunati in cui ha problemi ad atterrare, riceve l’autorizzazione a volare da solo nel 1957. Nello stesso anno viene nominato tenente delle forze aeree sovietiche con più di 160 ore di volo alle spalle, e dopo il diploma lavora per due anni nella flotta del Nord. È in questo periodo che comincia a manifestare interesse per l’esplorazione dello spazio: dopo essere stato nominato primo tenente con 265 ore di volo all’attivo, egli viene sottoposto a una visita medica per affrontare la selezione per il Programma Vostok.

L'astronave sovietica Vostok-1 con a bordo Jurij Gagarin viene lanciata in orbita da un razzo R-7 dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan, il 12 aprile 1961
L’astronave sovietica Vostok-1 con a bordo Jurij Gagarin viene lanciata in orbita da un razzo R-7 dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan, il 12 aprile 1961 (fonte: AFP/Getty Images)

Le selezioni si svolgono a Mosca, in cui i candidati vengono messi alla prova da test fisici e psicologici; tra i piloti selezionati c’è anche Jurij, il quale comincia così a sottoporsi a varie sessioni di un durissimo addestramento che si protraggono per tutto il 1960. A gennaio del 1961 i 6 piloti-cosmonauti scelti per la missione Vostok 1 vengono invitati a partecipare a una simulazione di volo in una riproduzione a grandezza naturale dell’astronave: Jurij supera brillantemente il test e viene annunciato come pilota principale della missione.

La missione Vostok 1 del 12 aprile 1961 si preannuncia estremamente rischiosa: delle 7 navicelle spaziali (prive di equipaggio) lanciate nello spazio dall’Unione Sovietica, solo 3 sono tornate sulla Terra, mentre le altre 4 si sono disintegrate. Eppure Jurij si mostra sereno e di buon umore, e non esita a rivolgere alla nazione e al mondo intero un lungo e sentito discorso di saluto. Il lancio procede nel migliore dei modi, proiettando in orbita la navicella. Jurij diventa in questa occasione anche il primo uomo a osservare la Terra dallo spazio, e descrive la scena a cui sta assistendo dicendo: “Il cielo è nero, e lungo il bordo della Terra, vicino all’orizzonte, c’è una bellissima aureola azzurra”. Pare invece che la frase “Non vedo nessun Dio quassù”, spesso attribuitagli, sia stata in realtà coniata da Nikita Chruščëv.

La notizia del lancio del Vostok-1, e dell’ingresso dell’umanità nell’era spaziale, fa immediatamente il giro del mondo: grazie anche al suo incredibile carisma Jurij diventa una celebrità di fama mondiale; i giornalisti di tutto il globo fanno a gara per intervistarlo e raccontare non solo la sua storia, ma anche i dettagli della sua straordinaria missione, che tutti si augurano sia la prima di una lunga serie. In realtà, proprio come accadrà più tardi con l’astronauta americano John Glenn, i funzionari sovietici intendono impedire a Gagarin di volare ancora, per evitare di far rischiare la vita a quello che ormai è diventato un vero e proprio eroe nazionale.

Queste paure si rivelano fondate quando la missione Sojuz 1, con a bordo l’amico di Gagarin Vladimir Komarov, si conclude con la morte di quest’ultimo per una mancata apertura del paracadute: da quel momento a Jurij viene categoricamente vietato di prendere parte ad altri voli spaziali. E in effetti è proprio in volo, a bordo di un MiG-15, che egli perderà la vita il 27 marzo 1968, sette anni dopo il compimento della sua impresa epocale.

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