Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è stato ucciso dalla Mafia. Per il suo omicidio, avvenuto il 3 settembre 1982 a Palermo, sono stati condannati all’ergastolo, come mandanti, i boss più importanti di Cosa nostra: Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci. Solo nel 2002, è arrivata la sentenza per gli esecutori materiali, Vincenzo Galatolo e Antonino Madonia, entrambi condannati all’ergastolo. Condannati a 14 anni di reclusione ciascuno anche Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci.
La morte del Generale, perito in un agguato assieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo, fu uno degli eventi più drammatici della storia italiana. Dalla Chiesa aveva costruito una solida carriera nell’Arma grazie alle operazioni che sul finire degli anni ’70 portarono di fatto a smantellare le Brigate Rosse.
La nomina come prefetto di Palermo, il 6 aprile 1982, contestualmente al congedo dall’Arma, diede inizio a un’altra fase professionale per Dalla Chiesa. Chiamato a contrastare la malavita organizzata siciliana, Dalla Chiesa fu però molto critico il governo per il mancato sostegno nel suo lavoro. Si riferiva al ritardo dei poteri straordinari promessi dal Ministro degli Interni Virgilio Rognoni.
Tuttavia, il Prefetto continuò a lavorare alacremente, ricostruendo l’intera mappa della mafia, un organigramma preciso suddiviso in maniera scrupolosa. Fu il primo a intuire che Cosa Nostra stesse allargando i suoi confini, smettendo di essere un fenomeno solo locale. Non era un personaggio comodo, anzi. Gli stessi vertici della Regione Sicilia entrarono in aperto contrasto con lui, dopo un’intervista rilasciata a Giorgio Bocca, nella quale spiegava le sue convinzioni sul rinnovamento della mafia. A 100 giorni dal suo insediamento, l’attentato a di via Carini.
Il 4 settembre, giorno dei funerali, una folla si presentò alla chiesa di San Domenico, attaccando ogni politico intervenuto, a eccezione del presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Come gesto di protesta, la figlia del Generale, Rita Dalla Chiesa, fece togliere le corone di fiori inviate dalla Regione Sicilia.