Se avete visto Il discorso del re allora conoscete già la storia, ma vale la pena ricordarla nel giorno in cui venne incoronato Giorgio VI del Regno Unito, padre della Elisabetta e nonno dell’attuale re Carlo. Affetto da una balbuzie che ne comprometteva la serenità e il carisma, Giorgio VI fu curato attraverso un trattamento innovativo per l’epoca, messo a punto dal logopedista australiano Lionel Logue. Privo di formazione accademica formale ma dotato di un approccio pratico e umano, Logue si rivelò determinante.
Re Giorgio VI, nato Albert Frederick Arthur George nel 1895, era il secondo figlio di Re Giorgio V. La sua balbuzie si manifestò fin dall’infanzia, peggiorando con il tempo e accentuata da un’educazione rigida e da un ambiente familiare austero. La difficoltà a parlare in pubblico rappresentava un ostacolo particolarmente gravoso per un membro della famiglia reale, destinato a intervenire in cerimonie ufficiali e radiotrasmissioni.
Nel 1926, il futuro re si rivolse a Lionel Logue, un terapista australiano che lavorava a Londra. Logue non era medico né logopedista accademicamente formato, ma aveva studiato recitazione e dizione e applicava tecniche teatrali per la rieducazione vocale.
Il metodo di Logue comprendeva esercizi respiratori e di rilassamento del diaframma, allenamento alla dizione con letture ad alta voce e ritmo scandito (anche con musica o metronomo) e, non meno importante, incoraggiamento costante e supporto psicologico.
Secondo i diari di Logue, pubblicati postumi dai suoi discendenti, uno dei suoi punti di forza fu il creare un clima di fiducia reciproca con il futuro sovrano, che permetteva di affrontare le sedute con meno tensione.
Uno dei risultati più significativi della terapia fu il discorso alla radio del 3 settembre 1939 (il famoso discorso del re, appunto), quando Giorgio VI si rivolse alla nazione per annunciare l’ingresso del Regno Unito nella Seconda guerra mondiale. Il discorso fu pronunciato con solo minime esitazioni, mantenendo un tono solenne e controllato, diventando un simbolo di fermezza in un momento di crisi.
Churchill stesso soffriva di lievi problemi di dizione, e fu un grande sostenitore dell’uso della radio come strumento di oratoria efficace nonostante i difetti vocali. La storia della terapia tra Giorgio VI e Logue è stata riscoperta solo di recente, grazie alla pubblicazione dei diari del terapista, rimasti per decenni inediti. A partire da questi, Tom Hooper ha realizzato Il discorso del re nel 2011, premiato con 4 Oscar.