Il 29 maggio del 1985, lo stadio Heysel di Bruxelles fu teatro di una delle tragedie sportive più terribili. Poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, le frange più estreme della tifoseria dei Reds, attaccarono i supporter bianconeri, stipati nel settore Z. Nella calca morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e ne rimasero ferite oltre 600. La strage segnò uno spartiacque nella gestione degli ultras e della sicurezza negli stadi. Per prima cosa, l’UEFA squalificò per cinque anni le squadre inglesi. Che non poterono partecipare alle competizioni europee fino al 19 settembre 1990.
Nella stessa Inghilterra, che avrebbe vissuto a sua volta la tragedia di Hillsborough, del 1989, quando perirono 96 persone nella semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest, si presero misure drastiche contro gli Hooligans che in breve tempo resero la Premier League un campionato sicuro. Un misto di repressione e prevenzione che negli anni divenne un modello esportato anche fuori dal Regno Unito.
Per prima cosa si ristrutturarono gli impianti, eliminando le barriere tra il campo di gioco e la tribuna. Mettendo seggiolini in tutti i settori e usando telecamere a circuito chiuso per l’identificazione di eventuali facinorosi.
I club divennero responsabili della sorveglianza all’interno degli impianti sportivi, attraverso l’impiego degli steward, figure professionali adibite al rapporto con il pubblico e alla sua sicurezza. Per evitare pericolose commistioni, le società non poterono più intrattenere rapporti con i tifosi. Nacque anche la National Football Intelligence Unit, un gruppo di polizia speciale anti-hooligan composta da agenti al seguito delle tifoserie. Con la facoltà di schedare i più violenti.
Furono vietati gli alcolici negli stadi e introdotto il reato di “comportamento allarmante”. Inoltre, con il Football Offences Act del 1991 i poliziotti avevano la possibilità di processare per direttissima i tifosi anche solo per violenza verbale.
Dopo l’Heysel, inoltre, nacque la Convenzione europea sulla violenza e i disordini degli spettatori durante le manifestazioni sportive, ratificata da 42 Paesi.