I Minstrel Shows sono una pagina controversa della storia americana. Nati all’inizio del XIX secolo, rappresentavano scene comiche e musicali basate su caricature razziste degli afroamericani. Questi spettacoli, che includevano canti, danze e sketch umoristici, sfruttavano il blackface, una pratica in cui artisti bianchi si dipingevano il volto per imitare gli afroamericani in modo stereotipato e denigratorio. Sebbene fossero estremamente popolari nel loro periodo, hanno lasciato un’eredità problematica che ancora oggi suscita dibattiti.
Gli spettacoli iniziarono negli anni 1830 a New York, con Thomas Dartmouth Rice che creò il personaggio di “Jim Crow”, una figura grottesca che divenne simbolo del genere. Gli artisti, vestiti con abiti logori e con il volto annerito da sughero bruciato o lucido da scarpe, rappresentavano gli afroamericani come pigri, ignoranti, superstiziosi e incapaci. Questo tipo di rappresentazione ridicolizzava la cultura afroamericana e contribuiva a rafforzare i pregiudizi razziali.
Tra il 1850 e il 1870, il format si consolidò grazie a compagnie come i Christy Minstrels, che stabilirono la struttura classica dello spettacolo. A un primo atto corale con battute tra il “interlocutor” e i personaggi comici “Mr. Tambo” e “Mr. Bones”, seguiva un secondo atto di performance individuali e un terzo atto basato su farse o burlesque. La musica, spesso composta da autori come Stephen Foster, includeva ballate e brani comici accompagnati da banjo e violini.
Dopo la Guerra Civile, anche afroamericani iniziarono a creare proprie compagnie di minstrel, come i Hicks and Sawyer Minstrels, alcune delle quali ottennero successo sia negli Stati Uniti sia in Europa. Nonostante ciò, queste compagnie si trovavano intrappolate in un genere che continuava a perpetuare stereotipi negativi. Per molti artisti afroamericani, tuttavia, i Minstrel Shows rappresentavano una delle poche opportunità per esibirsi professionalmente.
Con l’avvento del XX secolo, il genere declinò, ma la sua influenza perdurò. Il blackface apparve nei film, nei programmi radiofonici e televisivi, e persino in spettacoli per famiglie con attori celebri come Shirley Temple e Judy Garland. La cultura popolare americana assimilò molti dei tratti stereotipati veicolati dai Minstrel Shows, rendendo la lotta per i diritti civili degli afroamericani ancora più ardua.