Il 23 febbraio 1945, durante la sanguinosa battaglia di Iwo Jima, il fotografo Joe Rosenthal scatta un’immagine destinata a diventare uno dei simboli più potenti della Seconda guerra mondiale: sei Marines statunitensi che issano la bandiera americana sulla cima del monte Suribachi. Uno scatto che, non solo vince il premio Pulitzer nello stesso anno, ma diventa anche un’icona rappresentativa del coraggio e del sacrificio dei soldati americani.
Nonostante questo, però, nel corso del tempo molte critiche sono state rivolte all’immagine, tra cui quella di essere un falso, o comunque creata ad arte per scopi propagandistici. Nonostante l’impatto emotivo e simbolico della fotografia, infatti, sono emerse controversie riguardo l’identità dei Marines raffigurati e la spontaneità dell’evento. Alcuni suggerirono che l’immagine sia stata messa in scena, data la sua composizione perfetta e l’effetto motivazionale avuto sul pubblico americano. Per questo motivo Rosenthal stesso si è visto costretto a difendersi dalle accuse, ribadendo che lo scatto è stat0 del tutto spontaneo e non orchestrato.
Le incertezze sull’identità dei sei Marines, poi, hanno portato a diverse indagini ufficiali. Nel 1947, ad esempio, si è scoperto che Harlon Block era stato erroneamente identificato come Henry Hansen. Successivamente, nel 2016, un’altra indagine ha rivelato che John Bradley non era presente nella foto, come precedentemente ritenuto, e che al suo posto c’era Harold Schultz. Nel 2019, poi, ulteriori ricerche hanno stabilito che Rene Gagnon non era tra i sei uomini raffigurati, identificando invece Harold Keller come uno dei partecipanti.
Nonostante le controversie e le correzioni successive, la fotografia di Rosenthal rimane un potente simbolo del sacrificio e della determinazione dei soldati durante la Seconda guerra mondiale. La sua immagine, infatti. ha ispirato monumenti, come il Marine Corps War Memorial a Washington D.C., e continua a rappresentare un momento cruciale nella storia militare e culturale degli Stati Uniti.
Alla battaglia di Iwo Jima e allo scatto Clint Eastwood dedicò il film Flags of our father.