Leader spirituale e guerriero carismatico della tribù Oglala Lakota, Cavallo Pazzo è ricordato soprattutto per aver guidato la storica vittoria di Little Bighorn nel 1876, in cui il generale George Armstrong Custer cadde insieme a oltre 200 soldati del 7º Cavalleria. Una sconfitta umiliante per l’esercito americano, che contribuì a rendere leggendario il nome di questo giovane capo indiano.
Nato intorno al 1840 lungo le Black Hills, ossia le montagne sacre per i Sioux, Cavallo Pazzo viene segnato fin da giovane da una visione profetica che ne influenza profondamente la vita. Secondo i racconti tramandati, infatti, si vede cavalcare sotto la grandine senza essere ferito, mentre una voce gli consiglia di non cercare la gloria né prendere nulla per sé. Un sogno, questo, che andrà a definire tutto il suo stile di vita: schivo, mistico, distante dai beni materiali, e straordinariamente determinato nel difendere la propria gente.

Ad entrare nella leggenda, però, sono soprattutto le sue doti in battaglia. A caratterizzarlo, infatti, non è solo il coraggio, spesso era il primo a lanciarsi contro i nemici, ma anche una chiara intelligenza tattica. La sua partecipazione all’attacco di Little Bighorn, al fianco di Toro Seduto e altri capi, ad esempio, non è stata certo casuale: gli Stati Uniti stavano cercando di forzare le tribù native a trasferirsi in riserve, e la resistenza armata ha rappresentato una risposta disperata ma decisa.
Non stupisce, dunque, che attorno alla figura di Cavallo Pazzo si siano sviluppate numerose leggende. Una delle più affascinanti è quella che lo vuole immune alle pallottole. I suoi seguaci credevano che fosse protetto da una sorta di potere spirituale, forse legato alla visione giovanile. Ed in battaglia, sembrava realmente inafferrabile. Colpiva, spariva, riappariva altrove. Il suo corpo non mostrava ferite, e questo contribuiva ad alimentare il mito dell’invulnerabilità.
Un’altra leggenda racconta che fosse un guerriero invisibile. La pittura con cui si copriva, polvere ocre, piume e simboli, aveva per lui significati spirituali e tattici. Evitava le decorazioni vistose, convinto che attirassero la morte. Il suo cavallo era spesso spruzzato con gocce d’acqua o dipinto per proteggerlo, secondo rituali tradizionali.
Nonostante tutto questo, però, Cavallo Pazzo muore nel 1877 in circostanze ancora controverse, accoltellato da un soldato americano dopo essersi arreso, forse tradito da alcuni membri della sua stessa tribù. La sua tomba, però, resta sconosciuta per volere della famiglia, che voleva proteggere le sue spoglie da possibili profanazioni.