Nel cuore dell’Inghilterra, la città di Corby divenne nota per uno scandalo ambientale che ha cambiato la storia della giustizia civile. Tra gli anni ’80 e ’90, l’area fu oggetto di un’operazione di bonifica dell’ex acciaieria locale, durante la quale vaste quantità di rifiuti tossici furono gestite in modo negligente. Per anni, una polvere sottile e arancione si depositò ovunque, insinuandosi nelle case, nelle scuole e nei polmoni dei cittadini. Solo alla fine degli anni ’90 emerse la verità: un numero allarmante di bambini nati con gravi deformità agli arti aveva qualcosa in comune, l’esposizione ai residui tossici della bonifica.
La scoperta di questa tragedia ambientale si deve in gran parte a un articolo del Sunday Times del 1999, che rivelò l’esistenza di un cluster anomalo di malformazioni nei neonati di Corby. L’indagine giornalistica portò alla luce documenti che dimostravano livelli pericolosi di arsenico, zinco, boro e nichel nei terreni dell’ex acciaieria, anche dopo la presunta decontaminazione. Un gruppo di madri, tra cui Susan McIntyre e Maggie Mahon, si unì per cercare giustizia. Fu l’avvocato Des Collins a prendere in carico il caso, raccogliendo testimonianze e prove per collegare il disastro ambientale alle condizioni dei bambini.
Le testimonianze dei residenti di Corby dipingevano un quadro inquietante. Polveri arancioni che ricoprivano ogni superficie, lagune fangose che emanavano odori pungenti, pozze d’acqua che reagivano effervescenti al lancio di pietre. Tracey Taylor, una delle madri coinvolte, ricordava di dover pulire più volte al giorno la polvere dalle superfici, mentre l’aria bruciava la gola di chi la respirava. Molti degli operai addetti alla bonifica erano ex dipendenti della stessa acciaieria, senza formazione specifica per la gestione dei rifiuti tossici. I veicoli impiegati nella rimozione dei detriti trasportavano contaminanti attraverso le strade della città, e l’acqua utilizzata per pulire le ruote era essa stessa inquinata, contribuendo alla dispersione delle sostanze tossiche.
La battaglia legale durò oltre un decennio. La difficoltà principale era dimostrare il nesso causale tra l’inquinamento e le malformazioni. Tuttavia, nel 2009, la giustizia riconobbe la responsabilità del consiglio comunale di Corby. Il tribunale stabilì che la negligenza nella gestione della bonifica aveva causato la dispersione di sostanze tossiche, contribuendo ai difetti congeniti nei bambini. Fu un caso senza precedenti, il primo a stabilire una correlazione diretta tra esposizione ambientale e malformazioni neonatali.
Nonostante l’intenzione iniziale del consiglio comunale di appellarsi alla sentenza, nel 2010 venne raggiunto un accordo extragiudiziale con le 19 famiglie coinvolte. L’importo del risarcimento rimase riservato, ma il riconoscimento pubblico della responsabilità segnò una svolta nella lotta per la giustizia ambientale.
Alla storia di Corby, Netflix ha dedicato una miniserie, Toxic Town, con Jodie Whittaker eAimee Lou Wood.