Quando si parla di Charlie Chaplin, straordinario regista e comico britannico nonché uno degli artisti più importanti del XX secolo, si tende a soffermarsi sui suoi numerosi film di successo e soprattutto sul popolarissimo personaggio di Charlot (in inglese The Tramp) da lui inventato. In realtà, per gran parte della sua carriera fu una delle tante figure di spicco di Hollywood che caddero vittima del cosiddetto Maccartismo: attaccato dalla stampa e dallo stesso governo federale per le sue idee progressiste, egli fu addirittura allontanato dagli USA nel 1952, e vi fece ritorno solo vent’anni più tardi.
All’inizio degli anni ’50, sotto la guida del senatore Repubblicano Joseph McCarthy, ebbe inizio negli Stati Uniti d’America un periodo di severa repressione ai danni di persone, gruppi e comportamenti considerati vicini al comunismo, e di conseguenza anti-americano e sovversivo: erano gli anni della “paura rossa”, in cui la scoperta di alcuni casi di spionaggio da parte dell’Unione Sovietica e il timore nei confronti delle sue mire espansionistiche portarono le istituzioni statunitensi ad effettuare attacchi personali verso alcuni cittadini basandosi su accuse spesso infondate.
Particolarmente presi di mira erano i funzionari pubblici e gli impiegati nel mondo di cinema, radio e televisione, molti dei quali erano appena immigrati dall’Europa in seguito all’ascesa del nazismo. Era di estrema importanza per le autorità impedire che idee “sovversive” raggiungessero milioni di Americani tramite le principali forme di intrattenimento, e McCarthy non esitava a sottoporre i sospettati a una stretta sorveglianza e a rigorose inchieste, finendo spesso con l’impedir loro di lavorare. Nemmeno le stelle di Hollywood furono al sicuro da questa “caccia alle streghe“: ne caddero vittima il compositore Elmer Bernstein, Gary Cooper, Arthur Miller, Walt Disney, Lucille Ball e anche Charlie Chaplin.
Chaplin era stato posto sotto sorveglianza dall’FBI sin dal suo sbarco negli Stati Uniti nel 1910 ed era considerato da McCarthy “un bolscevico da salotto” per le sue idee progressiste e pacifiste nonché per certe sue amicizie con personalità vicine al comunismo, scoperte da alcune indagini dell’MI5. A scatenare sospetti più forti fu invece il film Monsier Verdoux del 1947, che fu accusato di filocomunismo e irriverenza nei confronti della morale e della religione. L’anno seguente Chaplin dichiarò sotto interrogatorio di non essere comunista, e di non sapere nemmeno nulla sull’argomento, ma le pressioni da parte del governo non accennarono a diminuire.

Nel 1952, in occasione della prima mondiale di Luci della ribalta, Chaplin si imbarcò per Londra in compagnia della famiglia, intenzionato a trascorrere con loro una vacanza di 6 mesi in Europa una volta completata la promozione del film. Mentre lui era ancora in viaggio, J Edgar Hoover, direttore dell’FBI, dispose con i servizi di immigrazione la sospensione del suo visto per il ritorno negli USA: Chaplin non sarebbe stato riammesso nel Paese finché non fosse giudicato “idoneo” dai funzionari dell’Immigrazione.
Una volta ricevuta la notizia, Chaplin decise di stabilirsi in Svizzera con la famiglia, rilasciando il seguente comunicato:
“Sin dalla fine dell’ultima guerra mondiale sono stato oggetto di menzogne e propaganda da parte di potenti gruppi reazionari, che con la loro influenza e con l’aiuto della stampa americana, hanno creato un’atmosfera malsana in cui gli individui dalla mentalità liberale vengono presi di mira e perseguitati. In queste condizioni trovo virtualmente impossibile continuare il mio lavoro di cineasta, e rinuncio dunque alla mia residenza negli Stati Uniti“.
Nonostante la fine del Maccartismo qualche anno più tardi, ci volle molto più tempo prima che Chaplin venisse riabilitato agli occhi dell’opinione pubblica, americana e non solo: egli tornò negli USA nel 1972, dove ricevette un Oscar alla carriera e la più lunga standing ovation della storia degli Academy Awards; l’anno successivo vinse anche, con 20 anni di ritardo, un Oscar per la miglior colonna sonora di Luci della ribalta, mai distribuito in America prima di allora.
Il 4 marzo 1975, esattamente 50 anni fa, fu sancita la riconciliazione anche con la sua Gran Bretagna, con la nomina a Cavaliere di Sua Maestà da parte della regina Elisabetta II.