Close Menu
  • Ambiente
    • Animali
  • Attualità
  • Cultura
    • Misteri
    • Storia
  • Lifestyle
    • Bellezza
    • Cibo
    • Moda
    • Sesso
    • Viaggi
  • Spettacolo
  • Sport
  • Web
CultWeb.it
  • Ambiente
    • Animali
  • Attualità
  • Cultura
    • Misteri
    • Storia
  • Lifestyle
    • Bellezza
    • Cibo
    • Moda
    • Sesso
    • Viaggi
  • Spettacolo
  • Sport
  • Web
CultWeb.it
Home » Cultura » Storia » Perché il Titanic è affondato? Ve lo raccontiamo nel dettaglio

Perché il Titanic è affondato? Ve lo raccontiamo nel dettaglio

Spieghiamo qui le cause dell'affondamento del Titanic, il transatlantico più (tristemente) famoso della storia.
Gabriella DabbeneDi Gabriella Dabbene14 Aprile 2025
Facebook WhatsApp Twitter Telegram
Il Titanic lascia il porto di Southampton per il suo primo e ultimo viaggio, il 10 aprile 1912
Il Titanic lascia il porto di Southampton per il suo primo e ultimo viaggio, il 10 aprile 1912 (fonte: Wikipedia)
CONDIVIDI
Facebook WhatsApp Telegram Twitter Email

È nota a tutti la triste storia del Titanic, il gigantesco e lussuosissimo transatlantico che la notte del 14 aprile 1912 (113 anni fa proprio oggi) si inabissò nelle acque dell’Oceano Atlantico, in cui morirono più di 1.500 persone: una storia resa ancora più famosa nel 1997 dall’omonimo film di James Cameron, che oltre a vincere ben 11 premi Oscar contribuì ad alimentare nuove indagini sulle cause dell’affondamento. Vediamo allora com’è affondato il Titanic proprio in base a queste ultime scoperte.

Il Titanic è un transatlantico che appartiene alla classe Olympic della compagnia White Star Line, di cui fanno parte anche l’Olympic e il Britannic: rispetto a questi, è però molto più grande e lussuoso, e per la sua stazza (46.328 tonnellate per circa 270 metri di lunghezza) viene chiamato “l’Inaffondabile“. La sua costruzione, avviata in un cantiere navale di Belfast il 31 marzo 1909, si conclude esattamente 3 anni dopo, a pochi giorni di distanza dall’inizio del viaggio inaugurale da Southampton a New York, che però la nave non riuscirà mai a completare.

Nel Titanic sono presenti un motore a turbine, che alimenta la grande elica centrale, e due motori a movimento alternato, alimentati a carbone e responsabili del movimento delle due eliche laterali. Lo scafo è composto da giganteschi pannelli di acciaio rivettati tra loro e suddiviso in 16 compartimenti stagni con porte a ghigliottina, una novità per l’epoca: in molti aspetti, questa nave è un concentrato di lusso sfrenato e tecnologia all’avanguardia, ma presenta anche dei difetti progettuali che le saranno fatali, come vedremo ben presto.

La partenza da Southampton avviene a mezzogiorno del 10 aprile 1912; già la sera dopo arriva alla potentissima sala radio della nave la prima di una lunga serie di segnalazioni sulla presenza di iceberg nei pressi dell’isola canadese di Terranova, sulla rotta del Titanic. Gli operatori a bordo sono però impegnati a inviare messaggi privati per conto dei passeggeri, e nessuna di queste segnalazioni viene presa sul serio e recapitata al comandante Edward J. Smith eccetto una, il 14 aprile: dopo essersi consultato con il presidente della White Star Line Joseph Bruce Ismay, anch’egli a bordo, Smith decide di limitarsi a spostare leggermente la rotta, e di aumentare al massimo la velocità di navigazione per giungere a New York a tempo record.

La parte anteriore del relitto del Titanic, adagiato sul fondale dell'Oceano Atlantico a 3800 metri di profondità
La parte anteriore del relitto del Titanic, adagiato sul fondale dell’Oceano Atlantico a 3800 metri di profondità (fonte: The Times)

Le condizioni meteorologiche la sera del 14 aprile sono molto particolari: in un periodo dell’anno in cui gli iceberg si spostano più a sud del solito, il mare è anche particolarmente calmo, rendendo difficile il loro avvistamento in quanto le onde non sono sufficientemente potenti da scrosciare contro le loro pareti di ghiaccio; in più, le vedette di servizio sono sprovviste di binocoli, chiusi in un armadietto di cui nessuno ha la chiave a causa di un repentino cambio di personale prima della partenza, e devono quindi operare a occhio nudo.

Alle 23:40 le vedette notano una macchia scura di fronte alla nave, e capiscono che si tratta di un iceberg quando si trova già a poche centinaia di metri di distanza dalla prua: l’impatto è ormai inevitabile, nonostante il primo ufficiale Murdoch dia subito l’ordine di fermare le macchine, virare tutto a sinistra e chiudere tutte le porte stagne.

Lo schianto provoca profonde lesioni intermittenti alla copertura di 5 compartimenti dello scafo (troppi per poter tenere a galla la nave), che comincia immediatamente a immagazzinare acqua. Le paratie stagne del Titanic in realtà non superano l’altezza del ponte. E, di conseguenza, col progressivo inabissamento della prua, l’acqua tracima da un compartimento all’altro, senza che le pompe idrauliche già azionate da tempo possano impedire il peggio.

Alle 2:00 la nave è così inclinata da far emergere le eliche dall’acqua, e 10 minuti dopo la prua è completamente inabissata, facendo inclinare la poppa di 30°: è proprio in questa fase che, a causa dell’inclinazione e dell’eccessivo peso delle eliche, i fumaioli si staccano uno dopo l’altro e la chiglia si piega su se stessa, portando lo scafo a spezzarsi. L’acqua si riversa ancora più rapidamente nell’enorme spaccatura tra i due tronconi della nave, facendo staccare quello di prua che affonda per primo; la poppa galleggia per qualche minuto, prima di inabissarsi completamente alle 2:20. Si schianteranno sul fondo dell’Atlantico a circa 600 metri di distanza e 3.800 di profondità.

Le prime vittime si registrano nel locale caldaie, i cui macchinisti continuano a lavorare fino all’ultimo e non vengono invitati a lasciare le loro postazioni prima che le porte stagne vengano chiuse; i passeggeri, intanto, impiegano diverso tempo a prendere sul serio l’ordine di evacuazione e a quel punto per molti di loro è già troppo tardi. Le operazioni di salvataggio sono inoltre ostacolate dal più grande errore progettuale della cosiddetta nave “inaffondabile”: il numero insufficiente di scialuppe (soltanto 20), che basterebbero a ospitare 1.178 delle 2.223 persone a bordo ma non vengono nemmeno imbarcate tutte alla massima capienza, riuscendo a salvare soltanto 705 tra passeggeri e membri dell’equipaggio; solo 6 superstiti vengono recuperati dopo l’affondamento del Titanic. I numerosi giubbotti salvagente distribuiti durante i frenetici minuti precedenti l’affondamento non possono nulla contro le acque gelide dell’Atlantico, nelle quali moriranno per ipotermia o annegamento 1.518 persone.

In primo piano
Condividi. Facebook WhatsApp Twitter Telegram Email

Potrebbero interessarti anche

Vin Mariani

Il Vin Mariani, il vino amato da Papa Leone XIII che ispirò la Coca Cola

10 Maggio 2025
Aldo Moro durante la prigionia

Aldo Moro, quali sono stati i luoghi della sua prigionia?

9 Maggio 2025
una mamma con suo figlio

Come nacque la Festa della Mamma? Fu merito di un’attivista e di un presidente americano

9 Maggio 2025
Facebook X (Twitter) Instagram
  • Home
  • Chi siamo
  • Staff e redazione
  • Contatti
  • Disclaimer
  • Cookie Policy
  • Privacy Policy
© 2025 CultWeb.it proprietà di Digital Dreams s.r.l. - Partita IVA: 11885930963 - Sede legale: Via Alberico Albricci 8, 20122 Milano Italy - [email protected]

Digita qui sopra e premi Enter per cercare. Premi Esc per annullare.