Storia di una ladra di libri è parzialmente basato su una storia vera, poiché i personaggi e i loro archi narrativi sono di pura finzione, ma gli avvenimenti, quali la guerra, i roghi di libri e le deportazioni, sono basate sulla realtà documentata dei fatti. Il regista, Brian Percival, ha lavorato a stretto contatto con lo scrittore del romanzo da cui la pellicola è tratta, Markus Zusak, scoprendo che quest’ultimo si era ispirato ad alcuni racconti dei suoi genitori, entrambi scampati alla seconda guerra mondiale.
Dunque, nonostante i personaggi siano immaginari, molti eventi e il contesto sono ancorati alla realtà storica. Zusak ha rivelato che alcune scene sono state ispirate dai ricordi condivisi dai suoi genitori, cresciuti in Germania e Austria durante la guerra. In particolare gli veniva spesso raccontato dell’orrore che hanno provato guardando gli ebrei che venivano malmenati e caricati sui camion per deportarli, oppure dei grandi roghi di libri durante il compleanno di Hitler. Queste esperienze, unite ai numerosi viaggi dell’autore nei luoghi descritti, hanno contribuito a rendere il romanzo e il film autentici e realistici, ma basati su personaggi di finzione.
La trama, infatti, ruota attorno a Liesel Meminger, una ragazzina adottata dagli Hubermann, Rosa e Hans, in un villaggio tedesco. Liesel scopre una passione per la lettura e, attraverso i libri che riesce a raccogliere (spesso in modi insoliti come rubandoli da roghi o cimiteri) trova conforto in un periodo di grande dolore e paura. La narrazione è arricchita da un espediente unico: è la Morte a raccontare gli eventi, offrendo una prospettiva originale e profonda sulle vicende, oltre a un finale unico.
Storia di una ladra di libri non solo racconta una vicenda toccante, ma rappresenta anche un tributo alla memoria di eventi tragici della storia mondiale, da far vedere anche ai più piccoli. È una finestra sulla crudeltà della guerra, ma anche sulla forza dell’umanità e sul potere delle storie nel preservare speranza e identità.