Il 20 agosto 1940, a Città del Messico, Lev Trotsky, uno dei protagonisti della Rivoluzione russa del 1917 e acerrimo nemico di Stalin, viene ferito gravemente con un colpo di piccozza alla testa. Morirà il giorno seguente. Il suo assassino, Ramón Mercader, è uno spagnolo legato ai servizi segreti sovietici. Pochi sanno, però, che la vicenda si intreccia con una delle famiglie più celebri del cinema italiano. Mercader, infatti, è zio di Christian De Sica, attore e regista tra i più amati dal pubblico italiano, per via della parentela con la di lui madre María Mercader.
Ma perché Trostky è stato la vittima di questo assassinio? Nato nel 1879 in Ucraina, è stato uno dei principali leader bolscevichi insieme a Lenin. Stratega militare, ha organizzato l’Armata Rossa durante la guerra civile che segue alla rivoluzione. Dotato di una penna affilata e di una visione politica internazionale, Trotsky è considerato anche il teorico della rivoluzione permanente. Dopo la morte di Lenin nel 1924, però, entra in rotta di collisione con Stalin, che lo considera un rivale diretto nella corsa al potere. La loro storia è metaforicamente raccontata in La fattoria degli animali di George Orwell.
Ramon Mercader al suo arresto – Fonte: Sud Quest
Accusato di tradimento, espulso dal Partito comunista e poi costretto all’esilio, Trotsky vive tra Turchia, Francia, Norvegia e infine Messico. Dalla sua residenza a Coyoacán continua a criticare duramente il regime staliniano, denunciandone i processi farsa, le purghe e la repressione. Per Stalin, dunque, la sua figura era diventata ingombrante rappresentando un oppositore carismatico, ancora ascoltato dai militanti comunisti di tutto il mondo. Ecco, dunque, che eliminare Trotsky diventa una priorità.
Il compito viene affidato a Ramón Mercader, militante comunista spagnolo reclutato dai servizi segreti sovietici durante la guerra civile spagnola. Sotto falsa identità, Mercader riesce a introdursi nella cerchia di Trotsky fingendosi un simpatizzante e instaurando un rapporto di fiducia. Il 20 agosto 1940 colpisce con una piccozza la testa del rivoluzionario, che muore il giorno seguente in ospedale. Mercader viene arrestato subito dopo e condannato a 20 anni di prigione in Messico. Dopo la scarcerazione, si trasferì a Cuba e poi a Mosca, dove riceve l’onorificenza di Eroe dell’Unione Sovietica.
La storia, però, assume contorni inaspettati se vista dalla prospettiva italiana. Ramón Mercader, come detto, è imparentato María Mercader, attrice spagnola che diventa la seconda moglie di Vittorio De Sica, il grande regista premio Oscar. Dalla loro unione nascono Manuel e Christian. Quest’ultimo, in particolare, ha più volte ricordato nei suoi racconti familiari la figura ingombrante di Ramón, autore di uno degli omicidi politici più celebri del Novecento. Alcune fonti riportano che Ramón fosse cugino di María Mercader, altre che fosse addirittura suo fratello. A chiarire le cose lo stesso Christian De Sica che ha rivelato:
“Era zio di mia madre, non proprio il tipo che inviti al pranzo di Natale. Era un aristocratico che ad un certo punto è diventato comunista. Poi l’hanno mandato in Messico ad ammazzare Trotsky. Ci hanno fatto anche un film: con Richard Burton che faceva Trotsky e Alain Delon nella parte di mio zio“.
Con ironia ha anche aggiunto che la madre fosse solita scherzare su questa parentela ingombrante: “Non mi contraddite perché c’ho uno zio assassino“, diceva.