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Home » Innovazione » Scienza » C’è acqua su Marte? Sembra proprio di sì. Ecco come lo abbiamo scoperto

C’è acqua su Marte? Sembra proprio di sì. Ecco come lo abbiamo scoperto

Un recente studio internazionale ha individuato segnali della possibile presenza di acqua sotterranea su Marte. Ecco i dettagli.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino12 Maggio 2025
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Marte
Marte (fonte: ESA)
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Marte, il pianeta rosso che da decenni affascina scienziati e appassionati, potrebbe nascondere un segreto sorprendente sotto la sua superficie polverosa: un enorme serbatoio di acqua. Non è una scoperta casuale né il frutto di immaginazione. A indicarlo sono i dati sismici raccolti dalla missione InSight della NASA, che rivelano anomalie nel sottosuolo compatibili con la presenza di acqua tra 5,4 e 8 chilometri di profondità. Si tratta di un risultato che potrebbe riscrivere ciò che sappiamo del passato – e forse anche del futuro – di Marte.

Oggi Marte appare come un mondo freddo e secco, ma le tracce del suo passato raccontano un’altra storia. Circa 3-4 miliardi di anni fa, il pianeta aveva un’atmosfera più spessa, un campo magnetico e fiumi che scorrevano su immense pianure (lo mostrano le immagini satellitari di letti di antichi fiumi, delta, e laghi ormai asciutti). I rover sul suolo marziano hanno anche trovato minerali che si formano solo in presenza d’acqua. Poi qualcosa è cambiato. Marte ha perso il suo campo magnetico, l’atmosfera si è assottigliata e la maggior parte dell’acqua è evaporata, congelata ai poli o intrappolata nelle rocce.

grafico su Marte
grafico su Marte (fonte: ESA)

Ma i conti non tornavano. Gli scienziati hanno calcolato che l’acqua visibile oggi , nei ghiacci e nei minerali, non basta a spiegare tutta quella che un tempo copriva il pianeta. Mancava all’appello una quantità grande abbastanza per coprire l’intera superficie di Marte con un oceano profondo almeno 700 metri. Dove poteva essere finita?

La risposta potrebbe essere sotto terra. Secondo un gruppo di geofisici di Cina, Australia e Italia, parte di quell’acqua potrebbe essersi infilata in profondità attraverso le fratture create dai tanti impatti di meteoriti avvenuti miliardi di anni fa. A quelle profondità, la temperatura è più alta rispetto alla superficie e potrebbe mantenere l’acqua allo stato liquido, nonostante il gelo marziano.

Il team ha analizzato le onde sismiche generate da due impatti meteorici nel 2021 e da un forte terremoto su Marte nel 2022. Le onde sismiche, che sono l’equivalente delle increspature che si formano in uno stagno dopo avervi lanciato un sasso, rivelano come sono fatte le strutture interne del pianeta. In particolare, i ricercatori hanno osservato un rallentamento delle “onde di taglio” in una fascia tra 5,4 e 8 km sotto la superficie. Questo fenomeno è spiegabile solo se quella zona è piena di pori saturi d’acqua. Bingo.

La quantità d’acqua ipotizzata è impressionante: se distribuita sulla superficie del pianeta, creerebbe uno strato globale di 520–780 metri di profondità. È compatibile con quanto stimato come “acqua mancante” di Marte. E questa è solo una stima basata su una zona vicino all’equatore, dove era posizionata la sonda InSight. È possibile che esistano altri depositi simili altrove, per esempio nella regione di Utopia Planitia, dove si sospetta la presenza di fango ghiacciato ricco d’acqua.

Scoprire acqua liquida su Marte è importante non solo per comprendere il passato del pianeta, ma anche per guardare al suo futuro. L’acqua è indispensabile per la vita, e sulla Terra alcuni microrganismi riescono a vivere in ambienti simili, in profondità nelle rocce. È quindi possibile che anche su Marte, in questi ambienti protetti, si siano conservate forme di vita antiche, magari ancora attive.

Per gli esseri umani, l’acqua sotterranea rappresenterebbe una risorsa preziosa in vista di future missioni con equipaggio. Potrebbe servire per bere, per produrre ossigeno o persino come componente del carburante per razzi. Tuttavia, estrarla non sarà semplice. Scavare a 8 chilometri di profondità su un altro pianeta richiede tecnologie avanzate che ancora non abbiamo.

 

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